di Chiara Dilucente
L’infezione da Sars-cov-2, anche se con sintomi lievi, potrebbe provocare una risposta autoimmune mediata da auto-anticorpi, in grado di attaccare il nostro organismo e durare a lungo: è quanto emerge da uno studio del Cedars-Sinai Medical Center, ospedale a Los Angeles, negli Stati Uniti.
Sebbene fosse già noto che Covid-19 potesse innescare la formazione di auto-anticorpi, è la prima volta che uno studio rileva il fenomeno in casi asintomatici o con sintomi lievi e a distanza di mesi dalla guarigione dall’infezione. I risultati dello studio, che offre dati sulle differenze tra uomini e donne e prospettive sul differente decorso della malattia a esse associato, sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Translational Medicine.
Un “bug” del sistema immunitario
Fin dai primi mesi della pandemia è emerso il ruolo chiave che il sistema immunitario gioca nella malattia da Sars-cov-2. In particolare, diversi studi hanno evidenziato che nei casi più gravi di Covid-19 fosse implicata la presenza di auto-anticorpi in grado di mediare una risposta autoimmune distruttiva per le cellule del nostro organismo.
Gli anticorpi sono proteine che il nostro sistema immunitario produce quando entra in contatto con corpi che ritiene estranei, come batteri o virus (ma anche parti di essi contenute nei vaccini): grazie agli anticorpi, normalmente l’agente estraneo viene riconosciuto come tale e attaccato dal sistema immunitario.
Tuttavia, a volte questo sistema non funziona come dovrebbe: è il caso di alcune malattie autoimmuni, come il lupus o l’artrite reumatoide, in cui il sistema immunitario produce auto-anticorpi, proteine che riconoscono parti del nostro organismo come estranee e che possono attaccare gli organi e i tessuti del corpo. I ricercatori ipotizzano che la produzione di auto-anticorpi possa essere alla base delle diverse risposte che si possono avere all’infezione da coronavirus, in particolare nei casi più gravi della malattia.
Per contribuire a fare luce sulla questione, gli autori dello studio hanno indagato il tipo e la quantità di auto-anticorpi presenti nel sangue delle persone che avevano avuto l’infezione da Sars-cov-2, analizzando le differenze in base al decorso della malattia e quelle in base al genere delle persone infette, dal momento che la maggior parte delle evidenze disponibili indica che gli uomini siano più vulnerabili nei confronti della malattia grave rispetto alle donne.
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www.wired.it
2021-12-31 11:00:10