Plotone di esecuzione, tribunale politico, farsa, vigliaccheria. Così è stata chiamata la commissione bicamerale Covid-19 voluta dal governo Meloni, per indagare la gestione della pandemia durante il secondo governo Conte, quello in coalizione tra Movimento 5 stelle (M5s) e Partito democratico (Pd) per intenderci. La Camera ha dato il suo primo via libera alla proposta di legge per istituirla con 172 voti favorevoli, quelli della destra e del Terzo polo, con Italia viva e Azione. Le altre forze politiche hanno deciso di non partecipare al voto.
Le commissioni di inchiesta parlamentari sono un istituto garantito dall’articolo 82 della Costituzione. Il loro scopo è di avviare indagini parallele a quelle dell’autorità giudiziaria, su temi particolarmente complessi che le istituzioni vogliono mettere al centro del dibattito politico, e vengono composte in modo tale da rispecchiare la proporzione delle forze politiche in Parlamento.
Tuttavia, nella storia della Repubblica italiana, le commissioni di inchiesta non hanno prodotto spesso risultati eccellenti. In particolare le molte commissioni aperte su disastri o calamità naturali si sono di norma concluse in un nulla di fatto. Per questo moltissimi commentatori, oltre alle forze politiche coinvolte, hanno visto nella mossa della destra non la ricerca di una qualche verità, ma la voglia di sfruttare un’occasione per sollevare un polverone mediatico e lanciare accuse che presumibilmente non verranno sostenute da alcuna prova e non porteranno a niente.
Tesi sostenuta dalla stessa formulazione del testo di legge presentato dalla destra, che riguarda unicamente le scelte del governo nazionale e salva, escludendole, tutte le eventuali responsabilità regionali. In questo modo, la commissione di inchiesta sulla pandemia da coronavirus non potrà indagare, per esempio, sui disastri gestionali della regione Lombardia. Il motivo è chiaro: la Lombardia era ed è governata dalla maggioranza guidata dalla Lega, presidente Attilio Fontana, e il governo Meloni non vuole andare a mettere il naso nei cassetti dei suoi alleati.
Nel clima da stadio ricco di cori della maggioranza però, sembra che i rapporti tra M5s e Pd abbiano trovato una nuova forza, riuniti compatti a difendere l’operato dell’allora premier Giuseppe Conte, del M5s, e l’allora ministro della Salute Roberto Speranza, ora in quota Pd. La palla adesso passa al Senato, che dovrà dare l’ok definitivo per far avviare ufficialmente la commissione.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-07-07 09:03:46 ,