“Le misure restrittive, dalla dad alla mascherina, non sono state in grado di arginare la variante Omicron. Cerchiamo la consapevolezza: dall’autodeterminazione del test, all’uso della mascherina quando serve, usciamo dalla logica degli obblighi e delle imposizioni. Ci si vaccina, si usa la mascherina quando serve…La Francia la toglie dal 1 febbraio all’aperto. E’ una variante che va veloce, più delle nostre misure, eliminiamole o finiamo in complicazione. La burocrazia sta fermando la scuola e il lavoro e con queste regole rischiamo il lockdown di fatto”. Lo ha detto l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore clinica malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova, intervistato a Domenica in. Ha ribadito bassetti che siamo in “fase di stabilizzazione” e il ruolo fondamentale dell’immunizzazione “con tripla dose che protegge le forme gravi. Nel mio ospedale- ha puntualizzato- non è stato ricoverato nemmeno 1 paziente con tripla dose che avesse polmonite”.
I decessi
Bassetti chiede anche di rivedere le modalità di conteggio dei decessi perché “avendo così tanti asintomatici nei nostri ospedali è possibile che, poiché rappresentano almeno un terzo, queste persone muoiono nella realtà per altri problemi e vengono classificati come decessi di Covid”. “Io lo dico da tempo ed è una cosa che a me da medico e da sanitario mi fa male perché quando guardo i numeri degli altri Paesi sembra un po’ che noi medici italiani siamo meno capaci degli altri. Invece, nella realtà – aggiunge Bassetti – è semplicemente un problema di conti che andrebbero probabilmente rivisti. Andrebbero riprese le cartelle, analizzati tutti i decessi con un comitato esterno, come si fa negli studi, e vedere quanti di quei dicessi siano veramente legati alla polmonite da Covid o ad altre manifestazioni del Covid. Questo credo che lo dobbiamo a tutte i morti perché è questa fase che è molto diversa da quella precedente”. E aggiunge: “Nessuno è qui a dire che non abbiamo avuto 130.000 decessi, li abbiamo avuti e sono troppi. Però oggi con tutti gli asintomatici che ci sono, che oggi rappresentano tra il 5 e il 10 % della gente italiana, è evidente che se vai in ospedale, sei asintomatico e purtroppo c’è il decesso per una qualunque altra causa, sarebbe bene che non fosse classificato come Covid”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-01-23 16:24:13 ,genova.repubblica.it