Le prove di funzionalità respiratoria – risulta dallo studio – individuano un miglioramento significativo della funzionalità polmonare da 2 a 6 mesi, con l’86% dei pazienti che mostra una spirometria nella norma a 6 mesi dalla dimissione. L’esame funzionale che più spesso si rivela alterato a 6 mesi è la diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (Dlco), un test che misura la capacità della membrana alveolo-capillare del polmone di scambiare l’ossigeno. Questa osservazione è giustificata dal fatto – spiegano i medici del Sant’Orsola – che la polmonite da Covid-19, essendo una polmonite interstiziale, va ad interessare proprio questa struttura polmonare, il cui recupero completo può richiedere anche più di 6 mesi. Il test del cammino dei 6 minuti mostra che i pazienti che hanno avuto una polmonite interstiziale più severa in acuto, a 2 mesi dalla dimissione percorrono distanze inferiori e tendono ad avere una desaturazione maggiore sotto sforzo. Tali dati – si legge nel report – tendono comunque a migliorare nel tempo, lasciando intendere una progressiva ripresa della tolleranza allo sforzo, anche in assenza di un programma riabilitativo standardizzato. Radiologicamente la maggior parte (64%) dei pazienti presenta, a 2 mesi dal ricovero, alterazioni all’Rx torace; tuttavia, confrontando la Tc torace eseguita durante il ricovero ospedaliero con quella condotta a 6 mesi, si può notare una progressiva riduzione dell’estensione della malattia e della densità delle consolidazioni polmonari. Ancora una volta le Tc torace che mostrano quadri più severi a 6 mesi sono quelle dei pazienti che sono stati più gravi durante il ricovero. Solo il 26% delle Tc a 6 mesi sono completamente ‘ripulite’: tuttavia – argomentano i sanitari – per sua natura la polmonite interstiziale richiede molto tempo per risolversi radiologicamente e, come in tutte le polmoniti, la guarigione clinica precede quella radiologica.
Per nessuno dei 100 pazienti – concludono i ricercatori – la malattia da Sars-CoV-2 è stata una semplice polmonite, anzi ha creato profonde ferite, non solo del corpo, che lasceranno una cicatrice forse indelebile. Per quanto possa contare, la possibilità di essere accompagnati, nella ripresa dopo il ricovero, dal personale che li ha curati durante la fase acuta, è stato per molti pazienti un valore aggiunto dell’ambulatorio, che ad oggi ne segue più di 300.
Source link
di Redazione
telecaprinews.it
2022-01-25 11:57:57 ,