Un nuovo inquietante dato emerge dal rapporto esteso su sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale condotto dall’Istituto superiore di Sanità. La mortalità legata al Covid nei soggetti non vaccinati è 25 volte più alta rispetto a chi ha ricevuto la dose booster del vaccino anti-Coronavirus. Il report mette dunque a confronto i non vaccinati con i soggetti a cui è stata somministrata la terza dose ed evidenzia anche che nei primi il tasso dei ricoveri nei reparti ordinari, in area non critica, è più alto di 10 volte mentre per i ricoveri nelle terapie intensive il dato è di 27 volte maggiore.
Quanto protegge la terza dose?
L’Iss conclude dunque che il booster protegge al 95% dalle forme gravi della malattia e al 67% dal contagio rispetto a quanto succede nei non vaccinati. L’efficacia del vaccino, intesa come «riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati» nel prevenire la malattia severa, è del 90% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, del 91% in chi ha completato il ciclo vaccinale da 91 e 120 giorni, e dell’ 85% in chi l’ha completato da oltre 120 giorni. Il rapporto evidenzia anche che l’efficacia del vaccino nel prevenire il Covid è pari al 63% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, del 51% tra i 91 e 120 giorni, del 40% oltre 120 giorni dalla seconda dose, e del 67% in chi ha avuto la terza dose.
L’ultimo monitoraggio settimanale dell’Iss fotografa intanto il cambio di passo dell’epidemia a livello nazionale. Il virus sta rallentando e questo è testimoniato dalla misurazione dei parametri che risultano essere tutti in calo, dall’indice di trasmissibilità Rt al dato sull’incidenza e sull’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Di «fase nuova» parla il ministro della Salute Roberto Speranza. «Dobbiamo ancora tenere i piedi per terra e avere massima prudenza ma per la prima volta da molte settimane guardiamo con fiducia a numeri che stanno finalmente migliorando nella lotta al Covid», ha commentato il ministro.
Marche in zona arancione
Solo la Regione Marche a partire da lunedì sarà in zona arancione per via di un’incidenza superiore a 2 mila casi ogni 100mila abitanti e per via del tasso di occupazione di letti nelle terapie intensive che nell’ultima rilevazione è stato pari al 21,1%. Il resto di Italia resta invece invariato, rispetto al sistema di fasce a colori. Sul fronte della fascia d’età, secondo quanto illustrato dal presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, sono ancora i più giovani a registrare un livello di circolazione del virus più elevato. In particolare si parla delle fasce d’età che vanno da 0 a 9 anni e da 10 a 19 anni «ma – ha evidenziato il professore – tutte le fasce d’età hanno una curva che indica una decrescita». «I casi sono ancora altissimi e dobbiamo mantenere un livello di attenzione alto – ha precisato in serata Speranza – ma è anche vero che grazie a vaccini e comportamenti corretti siamo in condizioni di registrare un abbassamento del numero dei contagi e soprattutto una stabilizzazione e in alcuni casi una riduzione delle ospedalizzazioni».
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2022-02-05 09:59:24 ,