Proseguono a salire le reinfezioni da Covid-19 in Italia. Secondo quanto registrato dall’ultimo report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità dal 24 agosto all’11 maggio sono stati segnalati 438.726 episodi di persone reinfettate per la seconda volta dal virus. E nell’ultima settimana di monitoraggio la percentuale è salita al 5,8% rispetto al 5% registrato i 7 giorni precedenti. Alla luce della curva in crescita il report ribadisce le categorie attualmente più a rischio:
- i soggetti con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
- i soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
- le femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;
- le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;
- gli operatori sanitari rispetto al resto della cittadinanza
Tasso di mortalità 7 volte più alto nei non vaccinati
Tra i temi principali del report esteso anche quello dell’efficacia dei vaccini anti Covid. Anche nell’ultimo monitoraggio gli esperti ribadiscono la differenza di percentuale sul tasso di mortalità tra protetti e non protetti. «Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla cittadinanza di età ≥ 12 anni, nel periodo 18/03/2022-17/04/2022, per i non vaccinati (34 decessi per 100.000 ab.) risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (8 decessi per 100.000 ab.) e circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (5 decessi per 100.000 ab.», spiega il report.
«Per i non protetti rischio 4 volte maggiore di finire in intensiva»
La ricerca evidenzia l’efficacia delle vaccinazioni anche sul fronte delle ospedalizzazioni. «Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla cittadinanza di età ≥ 12 anni, nel periodo 25/3/2022-24/4/2022 per i non vaccinati (6 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.)». Stessa linea anche per i posti letto in area medica. Il tasso di ospedalizzazione, nel periodo 25/3/2022-24/4/2022, per i non vaccinati (118 ricoveri per 100.000 ab.) risulta circa tre volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (45 ricoveri per 100.000 abitanti). Circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (33 ricoveri per 100.000 abitanti).
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Scritto da Giada Giorgi perwww.open.online il 2022-05-14 08:17:51 ,