Torre del Greco. Un accorato appello al ministro della giustizia Marta Cartabia per «accelerare» il verdetto definitivo per gli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione. Alla vigilia del decimo anniversario del grande crac all’ombra del Vesuvio, i truffati dell’ex «banca privata» di Torre del Greco rompono gli indugi e rilanciano la questione relativa al processo-lumaca ai responsabili del fallimento da 800 milioni di euro capace di inguaiare la bellezza di 13.000 famiglie di risparmiatori. Aggirando i soliti «intermediari» della politica – a partire dal pentastellato Luigi Gallo, il cui «impegno» non è stato mai premiato da risultati concreti per gli obbligazionisti – e scrivendo direttamente al capo del dicastero-chiave del governo guidato dal premier Mario Draghi.
La giustizia lumaca
Al centro della lettera inviata tramite mail alla segreteria del ministro Marta Cartabia c’è, in particolare, la vicenda relativa alla rimodulazione delle pene per gli armatori-vampiri. «Bobbiamo evidenziare che dopo 9 anni di sofferenze per quanto subito ancora non vediamo collocati nelle carceri di questo Paese gli autori di una delle più grandi infamie perpetrate ai danni di onesti e ignari risparmiatori – scrivono i truffati della Deiulemar compagnia di navigazione -. I processi penali sono tecnicamente finiti, ma senza avere le esecuzioni delle pene perché la suprema corte di cassazione ha accordato ai condannati liberi un ricalcolo delle pene che non è stato ancora preso in considerazione». Eppure, il verdetto degli ermellini è datato luglio 2019. In tre anni – complice la pandemia – non sono stati compiuti passi avanti, decisivi per la ridistribuzione di alcuni riparti ali morti del grande crac: «Abbiamo lanciato numerosi appelli agli organi fallimentari del tribunale di Torre Annunziata – proseguono gli ex obbligazionisti – ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto chiarimenti ufficiali e adeguati alle richieste: solo chiacchiericcio e rumore del salotto».
L’appello al ministro
Di qui, la decisione di provare a «sensibilizzare» il ministro per la giustizia sulla vicenda: «A questo punto, al fine di evitare di continuare a subire queste farse e perdite di tempo che offendono la dignità e sfidano la pazienza dei 13.000 truffati – concludono gli ex risparmiatori della Deiulemar compagnia di navigazione – crediamo occorra un suo intervento per sbrogliare una matassa ignobile che non trova via d’uscita. Aspettiamo un suo intervento per sbloccare una situazione che offende l’intera magistratura e non è ammissibile in un Paese civile della comunità europea. Siamo sicuri di un suo intervento ricordando che sono già passati 3 anni da quel luglio del 2019 e che questa attesa sentenza è stata rinviata già in diverse occasioni».
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di Alberto Dortucci
www.metropolisweb.it
2022-04-27 06:04:23 ,