Le azioni della banca svizzera Credit Suisse hanno aperto la seduta di lunedì 3 ottobre in calo del 9% rispetto alla chiusura di venerdì 30 settembre. Si tratta di una conseguenza di diversi fattori, legati sia alla complessa situazione macroeconomica odierna che a specifici errori e scandali in cui la banca è stata coinvolta nel corso degli ultimi anni, che hanno diminuito la fiducia degli investitori. Dopo che gli spread Credit default swap (Cds) – un indicatore piuttosto utilizzato per valutare la salute finanziaria di una banca – sono cresciuti vertiginosamente venerdì, toccando quota 255 punti, contro i 55 di inizio anno, l’amministratore delegato Ulrich Körner ha provato a rassicurare i propri clienti in una nota visionata da Reuters, specificando che il gruppo svizzero ha “capitale e liquidità in abbondanza”, ma ha ammesso che la banca si trova in una “fase critica”.
Entrato in carica lo scorso luglio dopo le controverse dimissioni di Thomas Gottstein, rimasto in carica due anni, Körner non è evidentemente riuscito a rassicurare a rassicurare del tutto i propri grandi investitori, con i quali, secondo quanto riportato dal Financial Times, i principali manager della banca hanno trascorso il fine settimana al telefono allo scopo di rassicurarli.
Crollo sui social
Le voci di un crollo imminente della banca circolano per la verità già da un po’. La banca ha infatti chiuso il secondo trimestre del 2022 con una perdita netta di 1,59 miliardi di franchi, e gli analisti ritengono che la banca abbia bisogno di un aumento di capitale da almeno 4 miliardi di euro per potersi risollevare. Delle voci più concrete su un potenziale crollo definitivo della banca sono iniziate a circolare su Twitter nel weekend, con migliaia di utenti che hanno condiviso grafici e cifre che testimoniano il difficile momento dell’istituto, e hanno cominciato a ipotizzare un crollo paragonabile a quello dei Lehman Brothers del 15 settembre del 2008.
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L’effetto di tale sensazione sui social ha contribuito a diminuire ulteriormente il livello di fiducia degli investitori nella banca, che da uno degli investitori contattati in via anonima dal Financial Times è stata definita “la peggiore grande banca in Europa”. Nonostante questo, la percezione è che il pericolo di una bancarotta o di una crisi completa non sia ancora immediata. “Non stiamo tenendo riunioni su questo argomento – sono state le parole dello stesso investitore –. Non credo sia una crisi”.
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di Bojan Zeric www.wired.it 2022-10-03 13:31:15 ,