Preoccupazione, sconcerto per una crisi che viene definita assurda, motivata da calcoli elettorali in questa fase così grave per l’economia e gli equilibri internazionali, in cui c’è bisogno di fare le riforme e attuare i piani del Pnrr. Dal mondo delle imprese emerge una profonda preoccupazione e arriva un appello alla responsabilità della politica affinché l’Italia non perda una figura come Mario Draghi, fondamentale per la credibilità del paese. Sono stati in tanti, dal Nord al Sud, a far sentire la propria voce. Tutti in sintonia con le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che martedì ha definito di totale irresponsabilità l’atteggiamento della politica e ha ringraziato Draghi e Sergio Mattarella per l’immagine importante dell’Italia che rappresentano.
Il Nord produttivo spiazzato dalla crisi
«Gli industriali lombardi assistono sconcertati a una crisi di governo generata da calcoli elettorali. L’auspicio è che Mario Draghi possa riprendere la sua azione di governo», sono le parole del presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella. Pensiero condiviso dal presidente di Assolombarda, Alessandro Spada: «Servono la credibilità e la concretezza che hanno contraddistinto il governo Draghi». «Ci auguriamo che prevalga il senso di responsabilità per il bene del paese, delle imprese e delle famiglie, non possiamo sprecare altro tempo davanti alle emergenze da affrontare», ha commentato il numero uno degli industriali piemontesi, Marco Gay. La riforme, il Pnrr, ma non solo. «C’è una crisi energetica cui far fronte, la riforma del cuneo fiscale che è a un passo da una svolta epocale, c’è la necessità di mantenere la nostra credibilità e dare fiducia e stabilità in uno scenario volatile», ha incalzato il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro. Un «un atto di egoismo politico, una parte del Parlamento ha perso il contatto con la realtà», ha insistito Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro. Il sistema imprenditoriale è «sbigottito», sostiene il presidente di Unindustria, Angelo Camilli: «Auspichiamo che il governo Draghi possa arrivare alla fine della legislatura, invitiamo le forze politiche al più alto senso di responsabilità».
Uno scenario che indebolisce il Paese
La situazione che si è creata «ci indebolisce non solo dentro i nostri confini ma anche a livello internazionale», è la riflessione di Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata. «Abbiamo bisogno di un governo forte e stabile per far fronte alle sfide enormi che dobbiamo affrontare», ha condiviso Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori Alto Adige. Dal Nord al Sud. «Il Mezzogiorno – ha detto il numero uno degli imprenditori della Campania, Luigi Traettino – e in particolare la Campania fanno affidamento sulle risorse del Pnrr, il Sud non può essere tradito nelle sue aspirazioni di crescita». Non è possibile «privarsi di una figura di altissimo spessore e prestigio come quella di Draghi», condivide Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria.
Dentro la tempesta perfetta
«Siamo dentro una tempesta perfetta, rincari energetici, inflazione, abbiamo bisogno di stabilità e continuità di governo», scrive in una nota la Confindustria della Sardegna meridionale. Per il presidente di Confindustria Abruzzo, Marco Fracassi, «è a rischio la tenuta generale del sistema imprenditoriale italiano». L’industria del paese «ha bisogno di una guida solida, ci auguriamo che in questo ci sia l’impegno di tutte le forze politiche. L’instabilità rende ancora più difficile la ripresa», sono le parole di Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria.
Tra stupore e preoccupazione
Il momento è particolarmente delicato, ha sottolineato anche Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, lanciando un appello alle forze politiche affinché si superi la crisi di governo e si ristabilisca un clima di fiducia. Molto «stupiti e preoccupati» anche gli industriali toscani, con presidente Maurizio Bigazzi, che si augura un prosieguo dell’impegno di Draghi. «Occorre una responsabilità corale, serve l’impegno di tutti», ha incalzato Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia. E per Giovanni Mondini, numero uno degli imprenditori della Sicilia, è «necessario che tutte le forze politiche diano un segno di responsabilità». Serve stabilità e continuità, è il parere di Annalisa Sassi, presidente Confindustria Emilia-Romagna. E Claudio Schiavoni, numero uno di Confindustria Marche, «invita a restare lucidi e tenere la barra dritta». Parla di «meri calcoli elettorali» Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, mentre Barbara Colombo, presidente di Ucimu, confida nel presidente della Repubblica per una rapida soluzione alla crisi. «Il paese deve essere una priorità per tutti», sostiene Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, e Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, sottolinea l’autorevolezza di Draghi nel difendere gli interessi del made in Italy. Mentre Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs condanna duramente quelle forze politiche che in nome del populismo mettono il loro posizionamento davanti al paese.