Nei rendering video dell’azienda si sono visti anche robot che pulivano l’interno di un Cybercab, una possibile soluzione a un problema spesso citato quando di parla taxi autonomi, ovvero come mantenere la pulizia dei veicoli senza un autista umano. Musk ha dichiarato che i robotaxi si ricaricheranno in modalità wireless, attraverso una ricarica induttiva, anche in questo però senza menzionare una tempistica per l’arrivo delle funzioni tech.
L’evento si è concluso con Optimus, un robot umanoide che secondo Musk potrebbe far incassare alla casa automobilistica circa 25mila miliardi di dollari, diventando “il più grande prodotto di sempre, di qualsiasi genere“. La dimostrazione includeva anche cinque robot che hanno ballato in un gazebo e altri che si sono mescolati alla folla dopo la presentazione, servendo bevande al bar e posando per le foto.
La ricetta di Musk per uscire dalla crisi
Per fugare le preoccupazioni secondo cui Tesla starebbe perdendo il suo vantaggio nel settore dei veicoli elettrici, lo scorso aprile Musk aveva sottolineato che l’autonomia e la robotica sarebbero rimaste al centro della missione dell’azienda: “Il valore di Tesla è soprattutto l’autonomia“, ha detto Musk agli investitori quest’estate, incoraggiando gli scettici a vendere le loro azioni.
Il lancio del Cybercab arriva in un momento critico per Tesla, che deve fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita nel settore dei veicoli elettrici da parte sia delle case automobilistiche tradizionali che delle aziende emergenti in Cina, che stanno esportando veicoli economici a un ritmo inedito. Quest’anno le consegne di Tesla sono in calo a livello complessivo e nell’ultimo trimestre l’azienda ha registrato risultati inferiori alle aspettative degli analisti. All’inizio dell’anno la casa automobilistica ha licenziato circa 14mila dipendenti, molti dei quali avevano competenze fondamentali per la produzione di veicoli elettrici, tra cui le batterie e le infrastrutture di ricarica. E a questo si aggiunge una serie di addii di alti dirigenti nelle ultime settimane.
L’approccio di Tesla si discosta molto da quello di altri sviluppatori di veicoli a guida autonoma. Per orientare i suoi veicoli nello spazio, l’azienda di Musk utilizza non utilizza sensori ma solo telecamere, combinando questi dati visivi con l’intelligenza artificiale per consentire ai veicoli di prendere “decisioni” sulla strada. I concorrenti, invece, fanno ricorso a informazioni provenienti da lidar, radar e altri sensori, “fondendo” poi questi dati. Musk però sostiene che stipare i veicoli di sensori è sovrabbondante costoso e aggiunge inutili complessità alla guida autonoma.
Nel frattempo, Waymo offre già servizi di taxi a guida autonoma nell’area metropolitana intorno alla baia di San Francisco, oltre che a Phoenix e in alcune zone di Los Angeles (e ha in programma di arrivare ad Austin e Atlanta il prossimo anno). Altre aziende sono più indietro, ma a differenza di Tesla hanno compiuto i primi passi per far in modo che i loro veicoli autonomi ottengano l’autorizzazione dalle autorità di regolamentazione statunitensi per circolare su strada. Zoox , di proprietà di Amazon, testa i suoi veicoli autonomi a San Francisco e a Foster City, in California, e quest’anno prevede di lanciare il suo servizio in alcune zone di Las Vegas. L’anno scorso Cruise di General Motors ha offerto corse a pagamento a San Francisco e Austin, ma subito pesanti battute d’arresto dopoché le autorità americane hanno accusato l’azienda di averle ingannate in merito a un incidente che nell’ottobre 2023 ha ferito gravemente un pedone. Ora l’azienda è tornata a fare test con la supervisione dei conducenti in alcune città degli Stati Uniti.
Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.