Nella segnalazione la riapertura di un conto e il passaggio della societ
Quando ha saputo di essere indagato per i soldi versati a Matteo Renzi, il manager Lucio Presta ha trasferito le quote della sua societ Arcobaleno Tre a una commercialista che ha movimentato un conto dormiente dal 2017. Lo evidenzia l’Unit antiriciclaggio di Bankitalia in una segnalazione di operazione sospetta che gi stata trasmessa alla Guardia di Finanza. La relazione, datata 25 agosto 2021, mette in luce tutti i passaggi di soldi anomali, ma soprattutto sottolinea la coincidenza con l’inchiesta della procura di Roma che contesta allo stesso Presta, al figlio Niccol e al senatore di Italia Viva il reato di finanziamento illecito. Il sospetto che i 700 mila euro versati a Renzi per la realizzazione del documentario
Firenze secondo me
non fossero giustificati dalle prestazione professionale ma servissero per elargire i soldi necessari ad acquistare la villa dove lo stesso Renzi ora vive con la famiglia. Accusa che il senatore ha sempre negato: tutto tracciato, non temo niente e nessuno.
L’acordo
Il 31 luglio 2018 Renzi firma due scritture private con la Arcobaleno Tre per il documentario. La prima prevede un compenso da 125 mila euro lordi: 75 mila euro per l’attivit di autore e altri 50 mila per la cessione di tutti i diritti di utilizzo delle opere prodotte. L’altra ha lo stesso importo: 75 mila per l’attivit di conduttore e altri 50 mila per la cessione dei diritti d’immagine. Due mesi dopo arrivano altri due contratti, ognuno da 75mila euro lordi. Sono 400mila euro per un prodotto venduto a Discovery Network. C’ poi un accordo per la promozione dell’immagine del senatore in Italia e all’estero nei settori dello spettacolo, televisione, cinema e teatro. Dunque — dice l’accusa — dovrebbe essere Renzi a pagare i Presta per questa attivit, invece nella scrittura privata c’ una clausola che fissa gli obblighi dell’artista e gli riconosce 100 mila euro. Altri 200 mila gli vengono elargiti per due programmi che per non sono mai stati realizzati.
Il conto fermo
Scrivono gli ispettori di Bankitalia: La societ “Arcobaleno Tre”, titolare di un conto corrente acceso nel 2016 e pressoch immobilizzato da fine 2017, ha fatto registrare un’improvvisa ripresa dell’operativit tramite il versamento di un cospicuo assegno tratto dalla medesima societ. L’operazione stata eseguita dalla commercialista Laura Aguzzi che l’ha motivata con l’intenzione di cambiare banca di riferimento senza fornire giustificativi. Non si pu fare a meno di notare la coincidenza temporale con le notizie di stampa che vedono Presta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni per aver elargito a Matteo Renzi una somma rilevante per il tramite della societ stessa. In particolare segnalano che il 5 luglio 2021 stato versato un assegno di 850 mila euro tratto dalla “Arcobaleno Tre” e appena una settimana dopo, il 12 luglio, parte della somma stata trasferita alla banca di partenza tramite bonifico di 250 mila euro con causale “giroconto”.
Le quote societarie
Nella segnalazione gli specialisti dell’Uif aggiungono: Circa i rapporti tra il politico e l’impresario si richiama la segnalazione inoltrata da Intesa Sanpaolo ove si evidenziavano bonifici in arrivo sul conto intestato a Comitato Leopolda 9 e 10, disposti da “Arcobaleno Tre” presso il Monte dei Paschi di Siena. Poco prima della diffusione delle notizie di stampa relative all’inchiesta giudiziaria, la maggioranza delle quote di “Arcobaleno Tre” passata a Laura Aguzzi e Marco Contessi con relativo ridimensionamento della percentuale in capo ai figli di Paola Perego e di Presta. Quest’ultimo era gi formalmente uscito dalla compagine societaria l’anno prima, ma solo a luglio 2021 stata comunicata alla banca la sua cessazione dal ruolo di titolare effettivo della societ “Sdl 2055”, sebbene tale ruolo gli derivasse dalla titolarit di “Arcobaleno Tre” che detiene il 30% delle quote di quest’ultima.
False fatture
Lucio e Niccol Presta sono indagati anche per false fatturazioni. La Arcobaleno Tre stata perquisita agli inizi di luglio, l’accusa che i reati ipotizzati siano stati realizzati mediante rapporti contrattuali fittizi, con l’emissione e l’annotazione di fatture relative a operazioni inesistenti, finalizzate anche alla realizzazione di risparmio fiscale, consistente nell’utilizzazione quali costi deducibili inerenti all’attivit d’impresa, costi occulti del finanziamento della politica.
26 settembre 2021 (modifica il 26 settembre 2021 | 07:18)
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Fiorenza Sarzanini , 2021-09-26 05:19:18
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