Dal Black Friday al Cyber Monday, negli Usa è record di vendite online con 35 miliardi

Dal Black Friday al Cyber Monday, negli Usa è record di vendite online con 35 miliardi


Almeno 35 miliardi di dollari. E’ il bilancio, ancora provvisorio, dei cinque giorni dell’avvio negli Stati Uniti della stagione di vendite durante le festività di fine anno, tra il Thanksgiving e il Cyber Monday passando per il Black Friday. Un avvio che ha evidenziato il sostegno assicurato oggi dalle vendite online all’intero settore retail. Gli acquisti via Internet hanno fatto segnare nuovi record, in aumento di almeno il 3% dall’anno scorso, offrendo un sospiro di sollievo pur senza poter esorcizzare le pressioni sui consumatori e aziende e le ombre di recessione.

11,6 miliardi nel Cyber Monday

Vediamoli i dati, cortesia di Adobe. Cyber Monday, dedicato particolarmente alle promozioni digitali, ha rastrellato stando al le prime stime 11,6 miliardi di dollari nel Paese. Black Friday ha da parte sua messo a segno un nuovo record online assoluto di 9,12 miliardi, in rialzo del 2,3% sul 2021, per metà grazie a ordini da smartphone e device mobili. Questo ha fatto seguito a vendite iniziate nella stessa giornata di Thanksgiving, il giovedì, con 5,29 miliardi, in crescita del 2,9 %. Oltre 9,5 miliardi avrebbero poi totalizzato le vendite online tra sabato e domenica.

Vendite nei negozi fisici meno brillanti

Le vendite nei negozi fisici hanno a loro volta fatto segnare aumenti, con il “traffico” di consumatori aumentato quantomeno del 2,9% (e fino al 7% stando ad alcuni osservatori). Ma le cosiddette vendite “in store” sono parse meno energetiche, con scarse code ai retailer. Se in tutto circa 166 milioni di americani hanno effettuato acquisti, per due terzi tuttora recandosi fisicamente ai punti vendita, è stata cioè la frontiera digitale a dominare l’attenzione.

Preoccupano debito e fiducia

La crescita, sostenuta in particolare dall’elettronica e dai giochi che hanno conosciuto aumenti di oltre il 200%, è stata in realtà complessivamente presa dagli analisti con cautela. Parte, una parte significativa, è legata non a incrementi degli acquisti (il numero di articoli è anzi diminuito) quanto agli aumenti dei prezzi, all’inflazione tuttora vicina ai massimi da 40 anni anche se leggermente rientrata nell’ultimo mese. Preoccupa la montagna di debito degli americani: hanno spopolato le opzioni di pagamenti flessibili, in particolare differiti e rateali, aumentati del 78% nell’ultima settimana, dopo che le carte di credito sono oggi sotto pressione davanti agli aumenti dei tassi di interesse. E’ un indebitamento che fa temere futuri shock. La fiducia dei consumatori, ultimo indicatore di novembre, è scesa di due punti a 100,2 su scala nazionale simboleggiando l’inquietudine.

Outlook prudente

I grandi magazzini e gli altri protagonisti del settore mantengono oltretutto un outlook prudente sull’insieme della stagione di fine anno, tradizionalmente e di gran lunga la più importante per fatturato e profitti. L’associazione nazionale dei retailer americani ha previsto a conti fatti per novembre e dicembre un incremento delle vendite compreso tra il 6% e l’8%, più della media del 4,9% degli ultimi dieci anni ma inferiore al 13,5% dell’anno scorso. Questo dovrebbe spingere il totale ad un nuovo massimo di forse 960 miliardi. Al netto dell’inflazione, a ottobre ancora del 7,7% annuale, non è affatto chiaro che basti a evidenziare una autentica crescita.



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