La fisarmonica elettorale si allargava e si restringeva in base alle imprese sportive o alle sconfitte del club, fino al 2017 quando lo stadio di San Siro gli dedicò un’intera coreografia per salutarlo dopo la decisione di lasciare la proprietà. Ma il Milan è stato per Berlusconi anche un mezzo per tessere le sue trame diplomatiche, anche all’estero. Come riporta anche Il Corriere della Sera, in una gara internazionale dei rossoneri il presidente del Milan chiamò Adriano Galliani durante l’intervallo per ordinare alla squadra di non infierire nel punteggio sulla squadra turca: “Evitiamo di urtare la suscettibilità di Erdogan“. E poco tempo dopo fu lo stesso Erdogan a “salvare” Galliani durante la finale di Champions League di Istanbul nel 2005: “Davanti a noi c’era un muretto basso – ha raccontato di recente lo storico braccio destro del mondo calcistico di Berlusconi –, al terzo gol di Crespo stavo per cadere di sotto, mi salvò proprio Erdogan afferrandomi per la giacca”.
La seconda vita sportiva nel Monza
Lo stesso meccanismo Berlusconi lo ha ripetuto anche nell’ultima parte della sua vita. Ancora una volta calcio e politica sono andati di pari passo, anche se – per forza di cose – ambizioni politiche e calcistiche si erano ridotte. Così è arrivata la possibilità di acquisire il Monza che proprio quest’anno grazie alla proprietà Berlusconi ha potuto disputare la prima stagione calcistica in Serie A dopo 110 anni di storia.
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di Daniele Polidoro www.wired.it 2023-06-12 14:48:24 ,