Dalle miniere della Polonia le più alte emissioni di metano viste da satellite

Dalle miniere della Polonia le più alte emissioni di metano viste da satellite


Sulla mappa il colore è rosso intenso, che si fa più scuro a ovest di Cracovia, dove ci sono alcune tra le più grandi miniere di carbone in Europa. È come un “punto caldo”, lì sta succedendo qualcosa: grandi emissioni di metano, gas 25 volte più potente, come effetto serra, dell’anidride carbonica. A trovare e misurare questa “fuga” è stato un satellite, il Sentinel-5P della Costellazione europea Copernicus, dando prova dell’utilità dei sensori che, dallo spazio, possono aiutarci a valutare quanto, come e soprattutto dove le emissioni si originano. Non solo quelle umane. E agire dove serve per contrastare il riscaldamento globale.

Fuga di gas dalle miniere

Come il metano dagli allevamenti o dall’agricoltura intensiva, quello disperso dalle miniere di carbone è una specie di “sottoprodotto”, non legato allo sfruttamento del metano come combustibile, ma dovuto a motivi di sicurezza, soprattutto per le miniere sotterranee. Per evitare esplosioni e crolli, i pozzi di ventilazione devono risucchiare il gas dal sottosuolo per liberarlo in atmosfera.

Secondo uno studio internazionale pubblicato nel 2020, nel decennio 2008-2017, il 33% delle emissioni di metano legato ai combustibili fossili ha origine proprio dalle estrazioni carbonifere. Le miniere sotterranee producono dieci volte la quantità di metano dispersa da quelle a cielo aperto. Non solo carbone per produrre energia ‘sporca’ dunque (in Polonia l’elettricità si ottiene principalmente con combustibili fossili) ma ad aggravare il bilancio c’è anche il rilascio di metano.

Gli scienziati della University of Leicester hanno analizzato i dati forniti dall’Università di Brema, per stabilire se il sensore Tropomi del satellite sperimentale dell’Esa fosse in grado di misurare la quantità di metano dispersa in atmosfera su diverse regioni d’Europa. Tropomi è uno spettrometro di costruzione olandese in grado di capire, analizzando la luce che rimbalza da Terra, quali gas compongono la parte più bassa dell’atmosfera, quella in cui viviamo, fino a una quota di dieci chilometri. Sentinel-5P (P sta per precursore) è un prototipo che ha già dato prova di grandi performance nel monitoraggio del Pianeta, è in grado di “fiutare” la presenza di gas dannosi per la salute e per l’ambiente come azoto, ozono, formaldeide, diossido di zolfo, metano, monossido di carbonio e gli aerosol.

Ridurre le emissioni di metano, ecco perché è urgente farlo al più presto


Non sarà stata una sorpresa rilevare che la macchia più scura, quella che indica la maggior concentrazione di metano nell’aria, fosse in corrispondenza delle miniere polacche nella regione dell’Alta Slesia. Lì si trova un gruppo di grandi miniere di carbone sotterranee: “Poiché alcune di queste miniere sono molto vicine l’una all’altra, i singoli pennacchi sono difficili da osservare. Tuttavia, siamo stati in grado di rilevare aumenti medi di metano su larga scala, circa 20 parti per miliardo al di sopra delle concentrazioni di fondo” spiega Harjinder Sembhi, scienziato dell’Osservazione della Terra dell’Università di Leicester. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente, le dieci più grandi miniere responsabili dell’emissione di metano in Europa sono polacche, e complessivamente, nel 2020, ne hanno liberato 282.300 tonnellate.

Misurare il cambiamento

Il metano, nelle varie forme, anche naturali, in cui viene disperso in atmosfera, conta per oltre il 20% delle emissioni globali. Può scaturire da paludi e acquitrini, ma anche dallo scioglimento del permafrost nelle zone artiche. Tuttavia secondo l’Agenzia per la protezione ambientale degli Usa, oltre la metà delle emissioni di questo gas è prodotta dalle attività umane. Estrazione di combustibili fossili, agricoltura e allevamenti sono tra le principali. L’altro fattore da tenere in considerazione sono le misure: il conteggio delle emissioni viene svolto, ogni anno, usando i dati dichiarati dai singoli Paesi e le ultime indagini hanno trovato che i valori, negli scorsi anni, sono stati fortemente sottostimati. In poche parole: bisogna fidarsi.

Una misura indipendente, al di sopra di tutto, anche fisicamente, sarebbe pregiata per monitorare i progressi delle misure proposte per il contenimento del riscaldamento globale e, come in questo caso, individuare le zone dalle quali arrivano i problemi maggiori. Questo potenziale aumenterà, secondo il programma dell’Esa, con i nuovi satelliti come Sentinel-5 e il Copernicus Carbon Dioxide Monitoring che saranno lanciati nei prossimi anni. Per inchiodare, con misurazioni oggettive, gli Stati e i governi alle loro responsabilità nel difficile compito di neutralizzare la crisi climatica.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-03-28 05:00:00 ,
www.repubblica.it

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