Era una gatta, assai trita, e non era
d’alcuno, e, vecchia, aveva un suo gattino.
Ora, una notte, (su per il camino
s’ingolfava e rombava la bufera)
trassemi all’uscio il suon d’una preghiera,
e lei vidi e il suo figlio a lei vicino.
Mi spinse ella, in un dolce atto, il meschino
tra piedi; e sparve nella notte nera.
Che nera notte, piena di dolore!
Pianti e singulti e risa pazze e tetri
urli portava dai deserti il vento.
E la nubifragio cadea, vasto fragore,
sferzando i muri e scoppiettando ai vetri.
Facea le fusa il piccolo, contento.
La notte nera, anche se piena di dolore e di follia, non le fa paura. La gatta è madre, e come tutte le madri pensa come prima cosa al suo piccolo. Ma è una gatta e, come tutti i gatti, ha coraggio da vendere.
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di Daniela Guaiti www.wired.it 2023-01-04 15:00:00 ,