L’Esa ci sta provando riuscendo con EarthCARE (Earth Cloud Aerosol and Radiation Explorer). Realizzato in collaborazione con il Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), questo progetto mira a fornire informazioni su come nuvole e aerosol influenzano le temperature dell’atmosfera terrestre. A pochi mesi dal decollo del 29 maggio, dalla base spaziale di Vandenberg, in California, EarthCARE ha regalato risultati di rilievo già solo effettuando una prima “piccola” panoramica sull’atmosfera dall’Europa stazione alla Svezia.
Osservando un’intensa grandinata tra Nord Italia e Corsica, ha notato un fenomeno di riscaldamento della superficie terrestre “nascosto” dal raffreddamento verificatosi al di sopra del temporale. Concentrandosi poi su alcune nubi di ghiacciato nel cielo svedese, ha compreso che sono così sottili da intrappolare la radiazione termica terrestre, oltre a lasciar passare quella solare, contribuendo in modo peculiare al riscaldamento unitario.
Questi due fenomeni, indesiderabili ma importanti da conoscere, sono solo l’inizio di una serie di segreti che EarthCARE si prepara a svelare, grazie alla combinazione del radar giapponese e del lidar europeo che ospita a bordo. Entrambe tecnologie all’avanguardia, assieme diventano una combinazione unica che ci aiuta ad adottare le misure di mitigazione necessarie, capendo sempre la scelta migliore quali sono.
Il futuro nelle costellazioni di cloud
Un passo ulteriore lo sta compiendo Planetek, e tutti coloro che vogliono semplificare l’utilizzo dei dati geospaziali anche per gli individui, aziende e istituzioni. L’obiettivo comune è quello di permettere a sempre più soggetti di accedere in modo agile ed efficace ai dati geospaziali.
Dal monitoraggio ambientale e del territorio all’open-government e alle smart cities, dalle soluzioni per la difesa e la sicurezza, alle costruzioni e ai trasporti, senza tralasciare le utilities e il settore alimentare. Tutto diventa migliorabile “alla luce” delle informazioni ricavate dalle osservazioni satellitari, e tante sono le opportunità di business. Giovanni Sylos Labini, da quando è a capo di Planetek, ne ha ogni giorno la conferma assieme al suo team di oltre 100 esperti in geomatica, scienze della Terra e software per missioni spaziali.
Firmata la “Dichiarazione per la responsabilizzazione del settore spaziale” dell’Esa lo scorso novembre, infatti, la loro mission tanto spaziale quanto terrestre non si ferma. Anzi, nei prossimi mesi li aspetta un altro importante step: un cluster di dedicated cloud in orbit. “Ogni settore vuole dati diversi, tutti li vogliono in ‘quasi real time’. Dobbiamo fornirne di adeguati e a bassissima latenza. Questo è il futuro a cui dobbiamo lavorare da oggi”,
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di Marta Abbà www.wired.it 2024-11-05 05:40:00 ,