De Angelis tra cinema e tv “Il successo? Fa anche paura” – Campania

De Angelis tra cinema e tv “Il successo? Fa anche paura” – Campania

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L’attrice premiata ai Nastri, è impegnata su tre set


(di Francesco Gallo)
(ANSA) – NAPOLI, 19 SET – Ancora più bella di persona che
sullo schermo, Matilda De Angelis, ex cantante e ora attrice
nata a Bologna nel 1995, ha un cuore sanamente disinvolto che
non si cura, se è il caso, di togliersi le scarpe troppo alte, e
sicuramente molto scomode, alla cena di gala a Palazzo Reale a
Napoli. Questo dopo aver ricevuto il Nastro d’argento per la
performance internazionale dell’anno grazie alla sua
interpretazione in THE UNDOING – LE VERITÀ NON DETTE alla prima
edizione dei Nastri d’Argento Grandi Serie Internazionali,
evento realizzato dei Giornalisti Cinematografici con la Film
Commission Regione Campania.
“In questi giorni sono a Torino sul set di una serie, prodotta
da Netflix Groenlandia in cui interpreto LIDIA POÓT, la prima
donna avvocato d’Italia nel 1880 con la regia di Matteo Rovere
con cui torno a lavorare insieme dopo VELOCE COME IL VENTO.
   
Lidia era una donna laureata, una aveva studiato latino da sola
ed era assolutamente controcorrente. Pagò lo scotto di essere
all’avanguardia tanto da metterci ben 37 anni per essere
accettata dall’ordine degli Avvocati. Alla fine ce l’ha fatta,
ma a sessant’anni”.
   
Donne e premi? “È un discorso sicuramente delicato. La
meritocrazia deve esistere – dice l’attrice – e questo è la cosa
più importante che va salvaguardata. Ovvero uguale trattamento
per tutti e le quote rosa non devono essere una moda e dire
questo premio va dato a una donna perché ora si fa così. Questo
è sbagliato perché così si ridicolizza il problema e perché
cercando la parità si lascia presupporre un’inferiorità
femminile e questo è altrettanto sbagliato”.
   
Tra i suoi film in uscita c’è poi IL MATERIALE EMOTIVO di Sergio
Castellitto, film che andrà al Bif&st di Bari e un altro film
girato per Netflix quest’inverno, ROBBING MUSSOLINI con la
regia di Renato de Maria.
   
Cosa cambia lavorare all’estero? “Quello che cambia davvero in
una produzione americana è il tempo che viene dedicato a una
singola scena. C’è più attenzione perché il cinema viene
percepito come un’industria vera e propria”. Il successo? “È un
premio, ma anche una cosa che spaventa” (ANSA).
   

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