Si chiamava Guido Gheri ma si faceva chiamare ed era conosciuto da tutti come Gheri Guido. Lo storico dj fiorentino, di Scandicci, è deceduto il giorno di Capodanno a 73 anni dopo una lunga malattia. Era molto conosciuto nel mondo delle radio e delle discoteche, in particolare in Toscana. Pioniere della radiofonia, aveva fondato Radio Studio 54 (nel 1975) ed era presidente della Nazionale italiana calcio dj, tanto che sulla sua pagina facebook sono arrivati a dargli l’ultimo saluto ideale alcuni nomi noti della scena delle consolle, come Provenzano e Federico Scavo. Gheri era conosciuto nel bene (la selezione musicale della sua radio è sempre stata all’avanguardia) e nel male: Radio Studio 54 fu infatti chiusa nel 2019 per ordine del tribunale e Gheri finì a processo per diffusione di idee fondate sull’odio razziale, diffamazione e calunnia. La pena fu di 5 anni e mezzo di reclusione, più la confisca degli impianti. “Oggi si è spento Guido Gheri. Un grande uomo, un grande marito, un grande padre, un grande dj – scrive in una nota la famiglia – Uno dei primi fondatori delle radio libere indipendenti che ha sempre raccontato la verità, pioniere di importanti temi di moda. Ma in cambio ha dovuto subire tanta, tanta malagiustizia. Ma chi ti ha fatto del male, Guido, sarà punito prima dalla giustizia divina poi da quella terrena. Allora la nostra famiglia finalmente avrà giustizia”.
In campo a difendere Radio Studio 54 erano scesi in campo Lega e Fratelli d’Italia che avevano gridato alla “censura” e alla “limitazione della libertà di espressione”. Tra le contestazioni mosse dalla magistratura al dj il fatto che avesse chiamato i migranti “cannibali”, “mostri”, “spacciatori” e “stupratori”. “Non vi è dubbio – scrisse la giudice nelle motivazioni – che propagandi e diffonda a mezzo radio a un pubblico vasto proprie opinioni e idee. Si tratta di idee razziste fondate sulla discriminazione razziale giacché è palese la distinzione tra coloro che subiscono, i cittadini italiani, e coloro che prevaricano, i cittadini stranieri in particolare quelli africani, immigrati nel paese”. Tra le altre accuse per le quali fu condannato anche la calunnia nei confronti dei carabinieri accusati, falsamente, di aver manomesso gli impianti di trasmissione della emittente in occasione dell’esecuzione del sequestro eseguito nel 2019.
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di F. Q.
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2025-01-01 19:07:00 ,