Il fenomenale successo di DeepSeek potrebbe essere nato anche grazie all’utilizzo non autorizzato di dati generati dalla tecnologia di OpenAI? È questa la convinzione della società di Sam Altman e di Microsoft (uno dei grandi investitori), che si sono attivate con un’indagine per cercare di scoprire se effettivamente un gruppo associato alla startup cinese di intelligenza artificiale abbia messo in atto pratiche illecite al fine di ottenere le informazioni. La notizia si è diffusa nella mattinata di mercoledì 29 gennaio, all’indomani del boom della società orientale che ha fatto tremare Wall Street.
Nel dettaglio, durante l’autunno i ricercatori di sicurezza di Microsoft avrebbero scoperto che individui presumibilmente collegati a DeepSeek avrebbero provato a estrarre una grande quantità di dati utilizzando l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (Api) di OpenAI, ovvero il principale mezzo attraverso il quale sviluppatori software e clienti aziendali accedono ai servizi della società di Altman. E’ possibile se si è ottenuta in precedenza una licenza per integrare i modelli di intelligenza artificiale proprietari di OpenAI nelle proprie applicazioni.
L’attività posta in essere dalla realtà emergente cinese violerebbe – secondo il colosso di Redmond e OpenAI – i termini di servizio di quest’ultima, e avrebbe comunque previsto azioni non in linea con le policy di utilizzo, col fine di rimuovere le restrizioni imposte dal software sulla quantità di dati che si possono ottenere. Nel migliore dei casi si sarebbe individuato un varco nelle politiche di utilizzo; nel peggiore si tratterebbe di un vero e proprio reato.
Il nuovo modello di DeepSeek
DeepSeek ha recentemente rilasciato un nuovo modello di intelligenza artificiale open source chiamato R1, progettato allo scopo di imitare il modo di ragionare degli esseri umani. Tale modello ha creato agitazione tra gli operatori del mercato dell’intelligenza artificiale, da tempo dominato da OpenAI e da rivali statunitensi come Google e Meta. La startup è convinta che R1 sia capace di confrontarsi e addirittura superare i prodotti dei principali sviluppatori statunitensi riguardo a una serie di parametri di riferimento del settore, inclusi i compiti matematici e le conoscenze generali, ed è stato realizzato a un costo decisamente insufficiente rispetto a quello che era stato ed è necessario alle competitor a stelle e strisce per mettere a punto i propri sistemi.
Il comparto
Configurandosi come una potenziale minaccia al vantaggio delle aziende statunitensi nel comparto, l’exploit di DeepSeek ha causato un crollo dei titoli tecnologici legati all’intelligenza artificiale. Su tutti, quello di Nvidia, ma anche quelli di Oracle, Microsoft e Alphabet, la società madre di Google. In tutto, si è propriamente polverizzato in poche ore un valore di mercato totale di quasi mille miliardi di dollari.
Le accuse mosse da OpenAI e Microsoft hanno ma trovato una sponda importante nell’governo Trump. Il responsabile della tecnologia del momento della Casa Bianca David Sacks ha infatti reso noto che esistono “prove sostanziali“ dell’utilizzo dell’output dei modelli di OpenAI da parte di DeepSeek al fine di sviluppare la propria tecnologia. In un’intervista rilasciata a Fox News, Sacks ha fatto riferimento a una tecnica chiamata distillazione, attraverso la quale un modello di intelligenza artificiale utilizza gli output di un altro per scopi di formazione, per mettere in piedi così capacità simili.
La posizione di OpenAI
Anche fonti interne a OpenAI hanno fatto sapere di essere a conoscenza del fatto che “le aziende con sede nella Repubblica popolare cinese, così come altre, cercano costantemente di distillare i modelli delle principali società di intelligenza artificiale degli Stati Uniti. Come principale costruttore di intelligenza artificiale, ci impegniamo in contromisure per proteggere la nostra proprietà intellettuale”.
Allo stesso tempo, per la società di Altman resta “di fondamentale importanza che lavoriamo a stretto contatto con il governo degli Stati Uniti per proteggere al la parte migliore i modelli più capaci dagli sforzi di avversari e concorrenti di impossessarsi della tecnologia statunitense“.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2025-01-29 15:17:00 ,