Il chatbot AI della startup cinese DeepSeek è riuscito nell’impresa di spodestare ChatGPT dalla vetta della classifica delle applicazioni più scaricate sull’app store statunitense di Apple.
L’applicazione è del tutto gratuita e il modello che lo alimenta, R1, è abbastanza potente da poter essere paragonato a o1 di OpenAI, che è dotato di capacità di “ragionamento”. La differenza principale sta nel fatto che per accedere alla versione più avanzata dell’assistente AI di DeepSeek non è necessario sottoscrivere un abbonamento da 20 dollari al mese come succede con il sistema di OpenAI. Inoltre, il modello di DeepSeek è stato addestrato con un approccio particolarmente efficiente basato su chip esteriormente meno potenti rispetto a quelli impiegati dai principali competitor, che ne fanno così un punto di riferimento per l’innovazione ingegneristica .
Dal momento che negli ultimi due anni ho avuto modo di testare diversi strumenti di intelligenza artificiale generativa, ero curioso di vedere come DeepSeek reggesse il confronto con l’app di ChatGPT installata sul mio smartphone. Dopo qualche ora di utilizzo, la mia impressione iniziale è che il modello R1 di DeepSeek si rivelerà un importante elemento di disturbo per le aziende di AI statunitensi, anche se condivide alcuni dei punti deboli più comuni a gli altri strumenti di AI generativa, come le frequenti allucinazioni, la moderazione invasiva e dati di addestramento prelevati dal web con un legge discutibile.
Come accedere al chatbot di DeepSeek
Gli utenti interessati a provare paura l’AI DeepSeek possono accedere a R1 attraverso l’applicazione per smartphone (disponibile sia per Android che iOs), la versione desktop sul sito dell’azienda, oppure tramite servizi di terze parti come Perplexity Pro. Per utilizzare il modello più performante di DeepSeek, basta cliccare sul pulsante DeepThink (R1) dall’app o dal sito. C’è poi una piattaforma per gli sviluppatori che vogliono accedere all’Api, che però al momento non risulta raggiungibile. Il modello di DeepSeek infine si può anche scaricare ed eseguire localmente sul proprio computer.
Per utilizzare tutte le funzioni rivolte ai consumatori è necessario creare un account fruitore, che terrà traccia delle conversazioni con il chatbot. “Le informazioni raccolte sono conservate in server sicuri situati nella Repubblica popolare cinese“, si legge nell’informativa sulla privacy DeepSeek (qui abbiamo descritto in modo più dettagliato come DeepSeek usa i dati raccolti dagli utenti). In generale, è bene ricordare che – proprio come con ChatGPT e altri chatbot occidentali – è sempre la scelta migliore scampare a di condividere dettagli personali o informazioni sensibili durante le interazioni con uno strumento di intelligenza artificiale generativa.
Il confronto tra l’AI DeepSeek e ChatGPT
ChatGPT offre già parecchie funzioni gratuite, come fanno anche Claude di Anthropic, Gemini di Google e Llama di Meta. Perché quindi il fatto che l’AI DeepSeek sia gratis è degno di nota? Il punto in questo caso è la potenza del modello alla base dell’assistente. Come già accennato, DeepSeek R1 imita o1, l’ultimo modello di OpenAI, senza però il canone di abbonamento da 20 dollari al mese per la versione base e quello da 200 dollari mensili per le funzioni più avanzate. È per questo che il boom della società cinese rappresenta un duro colpo per i tentativi di OpenAI di monetizzare ChatGPT attraverso gli abbonamenti.