Le ore di luce diminuiscono. La temperatura scende (o almeno dovrebbe). Si esce meno di abitazione. E molti cominciano a sentirsi strani, più malinconici e tristi del solito. Una sensazione che di solito passa dopo un breve periodo di acclimatamento, tranne che per qualcuno. Qualcuno per cui questi sintomi durano fino all’arrivo della primavera: in questi casi – e secondo alcune stime rappresentano addirittura una persona su tre – si parla di disturbo affettivo stagionale, o Sad, un tipo di depressione che, per l’appunto, colpisce solo durante determinate stagioni dell’anno (ne esiste anche una versione estiva-primaverile, anche se è meno comune). Oltre a quelli già citati, i sintomi includono anche la sensazione di letargia, ossia stanchezza, affaticamento e mancanza di energia, e un appetito maggiore della norma, in particolar modo verso i carboidrati. Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta e come la si può fronteggiare.
Depressione stagionale vs depressione “maggiore”: segnali e sintomi
Dal punto di vista clinico, la depressione stagionale è un disturbo che appartiene (quasi tautologicamente) al grande gruppo delle depressioni è che è caratterizzato da un pattern ricorrente, i cui sintomi durano circa 4-5 mersi l’anno. La depressione stagionale condivide molti sintomi con la depressione “maggiore”, tra cui una sensazione di tristezza, che dura per la maggior parte della giornata, la perdita di interesse in attività che prima si trovavano divertenti, dei cambiamenti nell’appetito e nel peso corporeo, i problemi di insonnia, una sensazione persistente di agitazione e/o di bassa energia, delle difficoltà a concentrarsi e addirittura dei frequenti pensieri suicidari. Ci sono però anche altri sintomi più specifici e caratteristici della sola depressione stagionale, tra cui ci sono, per la depressione invernale, l’ipersonnia (ossia un bisogno eccessivo di dormire o uno stato di sonnolenza continuo che interferisce con la vita di tutti i giorni) e il “ritiro sociale” corrispondente all’atto animale del letargo; per quella estiva, invece, i sindromi specifici possono essere la perdita di appetito, uno stato di agitazione e ansia e la comparsa episodica di comportamenti violenti.
Da cosa è causata la depressione stagionale?
Come hanno spiegato su The Conversation due esperti della Rcsi University of Medicine and Health Sciences, la depressione stagionale (nella sua versione più comune, quella invernale) potrebbe essere innescata da un malfunzionamento del nostro “orologio interno”, il cosiddetto ritmo circadiano, legato principalmente al ciclo luce-buio: questo orologio interno, infatti, si basa sulla luce diurna per controllare molti processi fisiologici, tra cui la sensazione di fame a quella di sonno e stanchezza. Ma c’è dell’altro: si ritiene, infatti, che la depressione stagionale sia un disturbo complesso e multifattoriale, legato forse anche a un malfunzionamento dell’ipotalamo (l’area del cervello che regola l’umore, il sonno e l’appetito) e/o a una produzione eccessiva di melatonina (un ormone che controlla il ciclo sonno-veglia, prodotto dalla ghiandola pineale) e di serotonina (un ormone responsabile del controllo dell’umore). L’ultima possibilità è particolarmente suggestiva, dal momento che la produzione di serotonina è legata alla vitamina D, a sua volta secreta dall’organismo quando la pelle è esposta alla luce solare. Dal momento che in autunno e in inverno la luce solare è meno intensa e l’irradiamento dura meno, è lecito aspettarsi un calo nella produzione di vitamina D e quindi un’alterazione nella secrezione di serotonina.
Ci sono persone più a rischio di altre?
A quanto pare, la depressione stagionale colpisce più le donne che gli uomini, ed è più comune tra le persone che vivono nelle alte latitudini, dove le ore di luce solare durante l’autunno e l’inverno sono ulteriormente ridotte. Inoltre, la sindrome compare con più frequenza nelle persone che già soffrono di depressione maggiore o di disturbo bipolare, caratterizzato a episodi ricorrenti e alternati di eccitazione e di apatia. Ancora: chi soffre di depressione stagionale spesso soffre anche di disturbi mentali, tra cui deficit dell’attenzione, disturbi alimentari, disturbi di ansia o attacchi di panico. Sembra, infine, essere più comune in persone i cui familiari soffrono di depressione maggiore o di schizofrenia.
Cosa fare se si soffre di depressione stagionale
Il primo suggerimento, e non potrebbe essere altrimenti, è quello di riconoscere i sintomi e, se possibile, cercare di anticiparli quando stanno per cominciare i mesi invernali. Ci sono diverse contromisure che si possono provare ad adottare.
Passeggiate alla luce del sole: Come già detto, l’esposizione alla luce solare sembra giocare un ruolo molto importante nella comparsa della depressione stagionale, per cui il primo suggerimento è quello di cercare di uscire di abitazione ogni giorno durante le ore di luce: anzitutto di mattina, per almeno qualche minuto, in modo da “ricordare” al proprio orologio interno che è ora di svegliare corpo e mente. E poi almeno un’altra volta prima del tramonto del sole. Uno studio ha mostrato che i soggetti che escono una volta al giorno per fare una passeggiata all’aria aperta beneficiano di un miglioramento di tutti i sintomi della depressione stagionale rispetto a chi resta in abitazione. Non è chiaro, comunque, quanto questi effetti benefici siano effettivamente dovuti a una maggiore esposizione alla luce e quanto siano invece legati al piacere derivante dal trovarsi all’aria aperta.
Terapia con la luce: E se il Sole è coperto dalle nuvole? In questo caso, si può provare la cosiddetta terapia con la luce: si tratta di sedere davanti a una fonte di luce molto intensa (circa 10mila lux, ottenuta con un’apposita lampada) per circa 30 minuti al giorno, di solito nelle prime ore della mattina. Le lampade per la terapia con la luce sono circa venti volte più intense di quelle usate per l’illuminazione della abitazione e filtrano la luce ultravioletta, quella potenzialmente dannosa per la pelle e per i tessuti. Bisogna però ricordare di consultare preventivamente il proprio medico: per alcune persone, tra cui per esempio chi soffre di malattie agli occhi o chi assume determinati farmaci, la terapia della luce è sconsigliata o addirittura da escludere. L’efficacia della terapia della luce, comunque, non è stata ancora indiscutibilmente dimostrata, se non in combinazione con l’assunzione di farmaci antidepressivi.
Terapia psicologica: La terapia psicologica d’elezione per trattare la depressione stagionale è la cognitivo-comportamentale. Si tratta di un trattamento cui ci si può sottoporre anche in gruppo, in sessioni settimanali per sei settimane, focalizzato a sostituire i pensieri negativi legati alla stagione invernale con pensieri più positivi. La terapia cognitivo-comportamentale specifica per la depressione stagionale comprende anche un processo chiamato attivazione comportamentale, in cui lo psicoterapeuta aiuta l’individuo a scegliere e pianificare attività all’aperto e al chiuso per contrastare il calo degli interessi e della voglia di fare che insorge durante l’inverno.
Terapia farmacologica Sono naturalmente disponibili anche dei farmaci, più o meno gli stessi associati alla depressione maggiore: si tratta, per esempio, dei cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), che si sono mostrati efficaci nel migliorare significativamente l’umore dei pazienti. Ovviamente vanno assunti solo dopo il consulto e la prescrizione di un medico.
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di Sandro Iannaccone www.wired.it 2022-11-06 18:00:00 ,