di Lorenza Negri
Guardando Dexter: New Blood, dal 10 novembre su Sky e Now, viene da chiedersi se il famigerato finale di Dexter, conclusosi quasi dieci anni or sono con un epilogo insufficiente, fosse in realtà studiato per persuadere i tanti seguaci dello show di culto (tanto di culto da far impallidire hit recenti come La abitazione di Carta) a invocare un sequel che “sistemasse le cose”. Michael C Hall, interprete del protagonista eponimo, ci aveva confessato, durante un’edizione di Canneseries, di considerare quel capitolo della propria vita chiuso. Tuttavia, nessuno può sfuggire alla tenace attrazione che Hollywood nutre per le rassicuranti formule di sequel/revival/reboot. Dexter: New Blood è una riesumazione prettamente fisiologica ma sembra voler rimediare al confuso finale, implicitamente suggerendo che ai piani alti del canale Showtime non fossero particolarmente soddisfatti neanche delle ultime stagioni. A supervisionare il sequel ambientato un decennio dopo la morte inscenata dell’amichevole serial killer di quartiere c’è, infatti, Clyde Phillips, responsabile delle due prime, folgoranti annate.
Forte dell’effetto nostalgia, New Blood offre alcune varianti sul tema dell’originale senza davvero aggiungere niente di nuovo: tanto per cominciare, dall’assolata, festaiola e vivace Miami l’azione si sposta nell’intima e gelida Iron Lake dove Morgan vive in clausura dopo aver pensionato l’attività da serial killer. Ovviamente, la sua sete di sangue non è sopita. Personalmente troviamo molto più suggestive le algide e silenziose ambientazioni scelte da Dexter per il suo ritiro rispetto alla Miami rumorosa e dalla palette cromatica ipersatura. Anche un’altra variante sul tema, quella della sostituzione del fantasma paterno con quello di Deb è piuttosto gustosa: la Carpenter e Hall conservano la loro alchimia e la presenza dell’esuberante e sboccata parente è rivitalizzante come lo era prima. A proposito di performance attoriali, quelli dei due membri originali della serie è ancora inappuntabile, come lo è quella di Clancy Brown nei panni di una figura in vista locale con tanti scheletri nell’armadio.
Una delle chiavi del successo di Dexter era costituita dalla furbizia dei suoi creatori nel servirci un personaggio inequivocabilmente negativo – come lo è un serial killer – corredato di edulcorazioni: Morgan uccide solo i cattivi, è tormentato, è divertente e un po’ imbranato in società. L’idea, immorale, che un assassino recidivo sia tutto sommato perdonabile, in New Blood evolve in “giustificabile”: a scatenare la sua furia omicida è un motivo tanto furbetto da rende indulgente chiunque. Dexter credeva di calcare il sentiero della redenzione, in realtà si è limitato ad affrancarsi dal giudizio divino rifugiandosi in una bolla di finzione. Si fa chiamare Jim, conosce tutti per nome e ha anche una fidanzata, opportunamente lo sceriffo locale, con una figlia – che fortuna – coetanea da presentare a Harrison. Il New Blood del titolo si può interpretare, infatti, come il ritrovato Harrison, rampollo di Morgan liquidato in tenera età.
New Blood non fa particolari sforzi per (ri)conquistare i vecchi, leali fan. Quello delle prime quattro puntate è poco più del minimo sindacale necessario a ripescare i seguaci accomiatatasi verso la quinta stagione, quando a normalizzazione del protagonista, sempre meno aderente al profilo di uno sociopatico, aveva affossato lo show. Come accennato, ritrovare i vecchi amori è comunque sempre confortante: è facile irretire il pubblico con l’effetto nostalgia ma per tenerselo serve anche dargli qualcosa di diverso e uno degli espedienti narrativi più riusciti di New Blood è quello di lavorare per sottrazione nelle prime battute, inscenando una routine e uno stile di vita del protagonista talmente lontano dal passato da lasciar il pubblico sulle spine fino all’inevitabile. Per schivare gli spoiler siamo stati finora molto vaghi, ma il nuovo Dexter è un groviglio di rabbia repressa pronto a esplodere, di rimuginii e di rimorsi: volerlo veder tornare il vecchio Dexter è quello che attira ancora il pubblico verso di lui.
La presenza di Harrison sposta l’interesse verso una più intrigante e inevitabile questione: il teenager “nato nel sangue” come il padre ne ha ereditato l’oscuro passeggero? Come l’eventualità verrebbe considerata da Morgan? Più di così non possiamo avventurarci: ci limitiamo a dire che la prima metà di New Blood ha ben poco dell’allure delle prime stagioni, efferate e super dark, ma non è neanche mediocre come le ultime. I primi quattro episodi anticipati alla stampa sono tutto sommato ridondanti e si fermano esattamente quando le cose sembrano farsi interessanti. Il nostro consiglio: non fatevi troppe illusioni.
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2021-11-10 14:00:00