Dal governo si attende con ansia il verdetto sullo scioglimento del consiglio comunale e quando il ministro Luigi Di Maio arriva a Torre Annunziata qualcuno prova a strappargli senza fortuna qualche indiscrezione. L’ex capo politico dei Cinque Stelle sale sul ring della Boxe Vesuviana ma non infila i guantoni e ignora sistematicamente i mali di una città che lentamente perde la speranza nel futuro. Il protocollo non prevede variazioni sul tema e il ministro degli Esteri mantiene un comportamento istituzionale nella visita di cortesia promessa alla palestra del maestro Biagio Zurlo, una fucina di campioni del pugilato che da anni macina successi e continua a strappare i giovani dalla strada. Una delle poche luci di una città piena di ombre. Luigi Di Maio parla della guerra in Ucraina, stringe le mani dei babycampioni che si muovono sulla scia di Irma Testa e poi riparte per i suoi impegni in agenda. Il ministro degli Esteri è stato accolto dal presidente del Coni Campania, Sergio Roncelli, dal prefetto Antonio D’Acunto, dal commissario straordinario al Comune di Torre Annunziata, e da alcuni campioni dello Sport, tra i quali Patrizio Oliva e Pino Porzio. Di Maio ha ringraziato il Coni nazionale e regionale per l’accoglienza agli atleti ucraini. Non una parola sulle indagini dell’Antimafia che hanno travolto qualche mese fa l’ex sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, non una parola sulle accuse infamanti di associazione mafiosa che hanno travolto la massima carica istituzionale in città e altri suoi fedelissimi di un’amministrazione demolita dalle inchieste e dagli scandali delle mazzette. Non una sola parola, dalla bocca del ministro Di Maio, sull’emergenza criminalità a Torre Annunziata, sul degrado sociale e culturale che in un anno ha partorito sia all’omicidio di Maurizio Cerrato che a quello di Giovanni Guarino per mano di belve assetate di sangue e brutalità. Non una sola parola, dalla bocca di Luigi Di Maio, sul record di truffe legato alla riscossione illecita del reddito di cittadinanza, che purtroppo fa di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia le città maglia nera di tutta la provincia sud di Napoli. Nemmeno una parola di incoraggiamento per quei pochi che ancora lottano nella speranza di cambiare un futuro che sembra segnato. Luigi Di Maio è salito sul ring senza i guantoni, un po’ soporifero com’è nel suo stile da sempre. Certo, ha saputo parlare ai ragazzi come fosse un fratello maggiore, ha esaltato lo sport come inclusione sociale, come momento di aggregazione in un quartiere e in una città difficile, ha elogiato l’impegno dei maestri Biagio e Lucio Zurlo, si è complimento con le giovani stelle del pugilato torrese e ha sottolineato il grande cuore della Boxe Vesuviana che ha aperto le braccia ai piccoli atleti ucraini. L’ha fatto prima di soffermarsi sulle vicende internazionali, sostenendo «la necessità di dimostrare la coesione dell’Unione Europea per evitare una terza guerra mondiale e per isolare politicamente ed economicamente la Russia di Putin». Ha spiegato il motivo della sua visita alla Boxe Vesuviana di Torre Annunziata, dove si è formata la medaglia di bronzo olimpica Irma Testa, e dalla quale sono usciti pugili che hanno partecipato a cinque Olimpiadi. «Il Governo ha il dovere di finanziare sempre di più le palestre e quelle discipline sportive che si insegnano nei quartieri difficili. La palestra del maestro Lucio Zurlo ha accolto alcuni atleti ucraini, profughi dalla loro terra, che hanno così potuto continuare ad allenarsi. L’impegno che abbiamo portato avanti in questi anni di Governo, anche con il ministro Spadafora e il sottosegretario Vezzali – ha concluso il ministro Luigi Di Maio – è stato quello di provare a dare il massimo supporto a quelle realtà di periferi che salvano la vita a tanti ragazzi che vivono in famiglie difficili o totalmente assenti. La Boxe e le altre discipline rappresentano una speranza per tanti ragazzi nelle aree più complicate del Paese». Poi la sfilata, i saluti, il ritorno sull’auto blu. Alle spalle ci sono i sorrisi di un giorno vissuto tra i ragazzi. Ma nella mente di chi c’era restano anche i silenzi. Le parole che il ministro non ha pronunciato, ignorando le mille emergenze che affogano i sogni di riscatto di un territorio ostaggio di camorra e violenza.
LEGGI TUTTO
di Giovanna Salvati
www.metropolisweb.it
2022-04-24 06:00:13 ,