Pronti ad andare con Di Maio 50 deputati e 11 senatori
Sono al momento cinquanta alla Camera e undici al Senato, i 5 Stelle pronti a seguire il ministro degli Affari esteri, e fra questi ci sono cinque degli undici fra sottosegretari e viceministri in quota Movimento. È l’ultimo conteggio che circola fra Montecitorio e Palazzo Madama sulla raccolta firme partita nella mattinata di martedì 21 giugno da parte di alcuni parlamentari vicini al ministro degli Esteri, per la formazione di un gruppo autonomo alla Camera e di una componente del Misto al Senato. Numeri che, confidano i parlamentari in rotta con la gestione di Giuseppe Conte, sono destinati ad aumentare dopo i ballottaggi di domenica 26 giugno. «Abbiamo già raccolto oltre 50 firme, oltre le aspettative. Stiamo ancora ricevendo iscrizioni. Possiamo arrivare a 60 iscritti», sottolineano parlamentari vicini al ministro.
Chi dovrebbe passare con il ministro degli Affari esteri
Su 227 parlamentari 5s (155 alla Camera e 72 al Senato), oltre un quarto sono pronti quindi a mettersi alle spalle il Movimento, considerando anche il senatore Emiliano Fenu, che avrebbe deciso di lasciare il suo gruppo ma non per seguire Di Maio. Fra i quarantanove deputati che hanno finora sottoscritto per la creazione di un nuovo gruppo (un cinquantesimo ha dato la parola, ma deve ancora firmare), secondo quanto si apprende ci sono anche il viceministro dell’Economia Laura Castelli, il questore della Camera D’Uva, Vincenzo Spadafora, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, quella per il Sud Dalila Nesci e quello per la Salute Pierpaolo Sileri. Nell’elenco viene aggiunto anche Simone Battelli, presidente della commissione Politiche Ue, Vittoria dimora che presiede la commissione Cultura e Filippo Gallinella, a capo della commissione Agricoltura. Fra i senatori ci sono il sottosegretario alla Giustizia Anna Macina Primo Di Nicola, Vincenzo Presutto, Trentacoste, Campagna, Donno, Vaccaro e Simona Nocerino.
Al Senato l’ostacolo del regolamento per nuovi gruppi
In base al regolamento della Camera per costituire un gruppo a Montecitorio servono 20 deputati. Al Senato invece la strada è più complicata: per la costituzione di un gruppo parlamentare servano almeno dieci senatori ma l’articolo 14 del regolamento dice che i gruppi devono «rappresentare un partito o movimento politico che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l’elezione di senatori».
L’ipotesi di un’uscita di M5s dalla maggioranza
E accanto alla conta cominciano a circolare anche voci che vorrebbero Conte, costretto a cedere sulla risoluzione al Senato, pronto a uscire dal governo. «Sono altri che creano problemi non noi», ha sottolineato il ministro “contiano” Stefano Patuanelli. L’addio della pattuglia dimaiana per formare il gruppo “Insieme per il futuro”, preoccupa il Pd: «Fate in modo che lo scontro non ricada sul governo e sulla politica estera italiana», è il messaggio recapitato dal segretario Enrico Letta sia a Conte sia a Di Maio, mentre Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno apertamente festeggiato per lo strappo interno al Movimento.
Di Battista, ignobile tradimento governare con tutti per comode poltrone
La scelta di Di Maio è stata criticata da Alessandro Di Battista. «Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel consiglio dei ministri) per portare a dimora risultati – ha scritto su Facebook -. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a dimora comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità. Forse adesso, e soltanto adesso, alcuni attivisti del Movimento stanno comprendendo le ragioni delle mie scelte passate (e anche di quel che dicevo in passato). Ma, per l’appunto, è il passato», ha aggiunto.