di Gabriele Niola
Il resto del film che esce il 16 dicembre in sala unisce maldestramente due storie. Prima c’è quella di Diabolik e del furto di un diamante a Lady Eva Kant, maniera in cui finisce per conoscerla, poi un altro furto di gioielli dopo averla aiutata. La durata totale sono due ore ma il ritmo scelto uccide qualsiasi trasporto e allo spettatore non rimane che strisciare lungo il film fino alla fine. Un film che poteva essere d’azione è stato riempito di dialoghi che spiegano tutto; un film che vorrebbe essere pieno di tensione, in cui i molti momenti di stasi dovrebbero generare la grande attesa per le azioni o l’eventuale presenza di Diabolik, diventa in realtà un soporifero esperimento su quanto il pubblico possa sopportare la ripetizione degli stessi momenti, delle stesse musiche e delle stesse trovate. Un film su uno dei fumetti più noti d’Italia dimostra di non avere nessuna idea su quel che racconta e a stento di saperlo trasformare in audiovisivo.
Il riferimento dei fratelli Manetti è come sempre il cinema di genere italiano anni ‘60, cosa che (una volta tanto!) sarebbe appropriata, solo che come spesso gli capita ne replicano pedissequamente il peggio, ovvero l’ingenuità di scrittura, non essendo mai in grado di replicarne il meglio, cioè la ricerca formale e il tecnicismo impeccabile dell’azione. Ma siamo ancora in un territorio eccessivamente sofisticato per rovinare il godimento di pancia di un film italiano tratto da un fumetto. Quello che uccide più del coltello di Diabolik è la flemma che viene data alla recitazione. Di nuovo è una scelta: tutto il cast recita con il medesimo ritmo dilatato, con la medesima distanza e il medesimo controllo nei movimenti. Nulla è spontaneo, tutto è molto trattenuto, recitato guardando nel vuoto, enfatico nelle dichiarazioni. Uno stile complicatissimo da portare avanti di cui non si comprende mai la vera ragione. Forse dovrebbe far rima con il noir ma siamo lontanissimi, il risultato è solo distanza e mancanza di ritmo, decessificazione di qualsiasi coinvolgimento in quello che diventa un cast di zombie.
E tutto ciò è tanto più incredibile e inaccettabile se si pensa che l’operazione forse più difficile di tutte era stata centrata, ovvero scegliere gli attori giusti! Sorprende moltissimo come Valerio Mastandrea centri bene sia l’integrità dell’uomo di legge, che la determinazione di Ginko; è impeccabile Miriam Leone, l’unica che dall’inizio alla fine è sempre credibile, in ogni momento, come donna di grande classe, esponente dell’élite culturale ed economica, spietata e sessualmente potente, un corpo consapevole e spregiudicato che sa come muoversi come portare quegli abiti e quel look. L’unica con un piede nel fumetto e uno nel cinema. Luca Marinelli infine, eccezione meritevole, a differenza degli altri disperatamente riesce a lavorare su questa recitazione così flemmatica con un eroismo encomiabile e alla fine, in una qualche maniera, la fa funzionare. È l’unico di tutto il cast per cui recitare così fuori dal proprio corpo sembra dar vita ad un personaggio unico e sembra quasi sensato rispetto a chi è e cosa fa Diabolik. È distante ma almeno anche il suo personaggio lo è. In una parola: quasi ci sta bene.
Si aggiunga poi che Marinelli e Miriam Leone (cioè Diabolik ed Eva Kant) visivamente continuano a funzionare come del resto hanno sempre fatto nel fumetto, due con gli occhi tagliati, i capelli tirati indietro, un nero, l’altra chiara, spigolosi ed alteri, i coniugi del crimine, intelligenti e pieni di sotterfugi. Nonostante il film faccia di tutto per decessificare la loro chimica questa non di meno c’è, esiste. Intorno a loro però è il deserto e una sceneggiatura omicida che distrugge tutto quello che tocca: intrecci, bravi attori (Serena Rossi, Claudia Gerini, Piergiorgio Bellocchio) e intenti di blockbuster all’italiana che ora, visto il film, fanno sorridere, perché questo Diabolik è l’opposto di qualcosa di appassionante. L’opposto del coinvolgimento.
Due sequel già annunciati sono in lavorazione. In essi l’unico attore che si è distinto, Luca Marinelli, verrà sostituito dall’italo-canadese Giacomo Giannotti, già noto per Grey’s Anatomy.
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2021-12-13 15:28:19