“Dopo 23 anni sabato sarà la mia ultima partita”, recita la lettera che Alessandro Diamanti, trequartista mancino classe 1983, ha pubblicato sui social. Nel corso della sua carriera “Alino” – il soprannome che gli fu dato dai tifosi della squadra della sua città, il Prato – ha espresso al meglio le sue qualità tecniche sulla trequarti, mostrando grande abilità nei calci piazzati (più di una volta ha segnato direttamente da calcio d’angolo. “Non sono stato un giocatore da 100 trofei, ma mi sono sentito amato, dai miei cari e da tutte le migliaia di persone che mi seguono da più di vent’anni. Ora sono pronto ad affrontare nuove sfide con gli stessi valori e le stesse certezze che mi hanno accompagnato fin dal primo momento che ho preso in mano il pallone”, ha aggiunto.
Diamanti, la carriera giramondo
Alino chiude la sua carriera al Western United, squadra australiana in cui militava dal 2019, con cui ha anche vinto un campionato. Sabato giocherà la sua ultima partita contro il Perth Glory. I primi calci al pallone al Santa Lucia – la stessa in cui iniziarono Paolo Rossi e Bobo Vieri –, poi da professionista passa al Prato, sua squadra del cuore. Il salto di qualità arriva col Livorno, dove mette a segno 24 gol e 13 assist in due stagioni tra Serie A e B. Diamanti gioca anche in Premier League: nella stagione 2009/2010 per il West Ham allenato da Zola. A seguire il ritorno in Italia, prima al Brescia, poi a Bologna, dove vive uno dei momenti migliori, siglando 22 gol e 24 assist in 88 presenze totali. Dopo vola in Cina, al Guangzhou allenato da Marcello Lippi, con cui vince il campionato cinese. Poi di nuovo in Italia, alla Fiorentina, al Palermo, al Perugia e al Livorno. Infine l’esperienza australiana. Il fantasista toscano chiude la sua carriera con 579 presenze totali e 123 reti all’attivo.
In Nazionale Diamanti ha vissuto uno dei momenti più magici della sua carriera. La prima convocazione arriva nel 2010: a chiamarlo è il ct Cesare Prandelli, che sceglie di portarselo agli Europei 2012. Ai rigori dei quarti di finale contro l’Inghilterra, entrato al posto di Cassano, segna dal dischetto la rete decisiva per il passaggio del turno. Da subentrato partecipa anche alla vittoria in semifinale contro la Germania (2-1). Il cammino degli azzurri quell’anno si arresta proprio in finale, dove l’Italia perde 4-0 contro la Spagna.
Diamanti, il nonno scoprì Paolo Rossi e Bobo Vieri
Il nonno di Alino, Roberto Becheri, era proprietario di un’industria tessile a Prato. In un’intervista rivelò: “La mamma di Paolo Rossi lavorava nella mia azienda, Pablito i primi calci li ha tirati con me, prima di andare alla Cattolica Virtus. La notte che fece tre gol al Brasile ero così contento che mi venne un infarto. Quanto a Bobo, qui c’era suo nonno, allenatore dei portieri, e mi parlava di questo nipote che stava in Australia: gli pagai io il biglietto aereo per l’Italia”.