Berlino – Una app per domarli tutti, parafrasando l’anello di Tolkien. O meglio, tante app per controllare tutti gli elettrodomestici. Questione di interoperabilità, una delle principali urgenze per l’industria della dimora connessa. Oggi ogni azienda aggancia il prodotto alla propria app. Il che vuol dire non solo che per accendere il condizionatore di dimora dall’ufficio o controllare con la telecamera cosa c’è in frigo bisogna entrare e uscire da applicativi diversi. Ma soprattutto che, se forno e frigorifero sono di due scuderie diverse, non si parlano. E così la promessa di una dimora che si comanda con un click si scontra con macchine che non si capiscono. Per questo occorre definire standard comuni. È quella la strada per forgiare il famoso anello con cui controllare tutti i dispositivi.
Lo scenario:
L’alleanza Samsung-Lg
La premessa spiega perché a Ifa, la fiera dell’elettronica di consumo di Berlino, abbia fatto un certo rumore l’annuncio congiunto di Samsung e Lg. I due colossi coreani dell’elettronica (3,28 miliardi di dollari di profitti operativi il primo, 2,7 il secondo) hanno stabilito che, entro la fine del 2023, le rispettive app di smart home permetteranno di controllare anche i dispositivi del concorrente. Non è un fulmine a ciel sereno. Entrambe le aziende fanno parte della Home connectivity alliance, un progetto nato nel 2021 per stabilire standard nel mercato della dimora connessa. Attraverso un sistema di comunicazione via cloud, lo standard di Home connectivity alliance (Hca) punta a consentire di controllare ciascun elettrodomestico connesso al wifi (e prodotto da un componente dell’alleanza) attraverso la app di un altro (salvo le configurazioni iniziali).
Le nuove funzioni di Samsung e Lg saranno disponibili dall’ultimo trimestre del 2023 in otto paesi: Corea del sud, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia, Francia, Spagna e Turchia. Il test riguarderà i grandi elettrodomestici, televisori, condizionatori, ventilatori e pompe di calore. Un primo passo, a pochi mesi dal rilascio delle prime specifiche tecniche, avvenuto all’inizio dell’anno. E una spinta per gli altri 13 componenti del club, tra cui la cinese Haier, la turca Arçelik e i tedeschi di Aeg a passare dalla teoria ai fatti quanto prima. “Mi aspetto che le aziende partecipanti adottino le specifiche a partire da quest’anno”, il commento del presidente di Hca, Yoon Ho Choi, ad di Samsung (tra i fondatori del progetto). D’altronde, chi per primo fissa uno standard del mercato fissa le regole del gioco.
Haier e il risparmio energetico
Hca non è l’unico progetto in questa direzione. L’altro grande cantiere si chiama Matter. È un protocollo aperto per l’iot, ha un forte fuoco sulla sicurezza informatica e ha alle spalle la Connectivity standard alliance (Csa), un gruppo molto più nutrito di aziende. Conta tra i fondatori Amazon, Apple e Google, mentre tra gli aderenti c’è una nutrita rappresentanza di colossi cinesi, come Huawei e Midea, nonché tutti i componenti della Hca. Proprio Midea (407 milioni di dollari di profitti netti nel 2022) a Ifa ha presentato un condizionatore certificato Matter per gli Stati Uniti. “Noi con Matter abbiamo fatto una proof of concept [una dimostrazione di alcuni funzioni, ndr] di un frigorifero che può diventare un hub della dimora – spiega a Wired Giampiero Morbello, a capo della divisione brand & internet of things di Haier Europe, la controllata dell’omonimo gigante cinese dell’elettrodomestico -. Matter però è più indietro sul fronte elettrodomestici, mentre è avanti sul mondo dei termostati e della smart home”.
Oltre a semplificare la gestione dei dispositivi, l’interoperabilità può essere un aiuto per ridurre i consumi di energia, almeno a livello di programmazione della dimora. Perché quella stessa app che controlla gli apparecchi, può utilizzare i dati di consumo per stabilire delle priorità di utilizzo, accedere alle scorte delle batterie o attendere le fasce di consumo più economiche dell’elettricità prima di schiacciare il tasto on.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-09-02 04:40:00 ,
