di Mara Magistroni
Un paio di ossa scapolari e qualche vertebra del collo e della coda potrebbero essere sufficienti a eleggere Supersaurus (si chiama proprio così) il dinosauro più lungo finora scoperto: 39 metri di altezza per 42 metri di lunghezza. È quanto sostiene Brian Curtice dell’Arizona Museum of Natural History (Stati Uniti), che ha presentato i suoi risultati al convegno della Society of Vertebrate Paleontology (Svp).
Dal Giurassico al presente
I primi ritrovamenti di quello che sarebbe stato presto ribattezzato Supersaurus avvennero nel 1972 in una cava a Dry Mesa in Colorado a opera del famoso paleontologo James Alvin Jensen, aka Dinosaur Jim. Nel sito vennero ritrovati diversi reperti fossili appartenenti a più specie di antichi rettili. Alcune ossa però erano davvero enormi. C’erano, in particolare, due scapulocoracoidi (due ossa fuse che nei dinosauri vanno a costituire il cingolo scapolare) grandi più circa 3 metri.
Per Jensen in quel mix c’erano ossa di tre differenti dinosauri mastodontici, che ribattezzò Supersaurus, Ultrasaurus e Dystylosaurus, all’apparenza più lunghi del Brachiosaurus, che all’epoca occupava il gradino più alto del podio. Le sue conclusioni vennero pubblicate sulla rivista Great Basin Naturalist nel 1985, ma continuarono a far discutere per decenni la comunità scientifica: saranno davvero tre specie diverse?
Errori e correzioni
Non è così per Brian Curtice, paleontologo dell’Arizona Museum of Natural History, che per anni si è rituffato a capofitto nel materiale raccolto da Jensen a Dry Mesa, arrivando a sostenere che siano stati commessi degli errori e che quelle ciclopiche ossa non appartengano a specie diverse, ma a un singolo animale, il Supersaurus.
Jensen e i sostenitori della sua ipotesi, secondo Curtice, sono stati tratti in inganno: uno dei due scapulocoracoidi, in effetti, è di 25 centimetri più lungo dell’altro, ma questo sarebbe dovuto alle crepe e alle deformazioni subite dalle ossa fossili. Applicando qualche correzione, insomma, i due cinti sarebbero di dimensioni pressoché identiche.
Inoltre, ha rincarato Curtice, non sono state ritrovate altre ossa di dimensioni paragonabili e quelle presenti non sono dei duplicati (c’è un solo cingolo destro e un solo cingolo sinistro). Indizi che fanno propendere per l’idea che appartengano al medesimo animale.
Ai ritrovamenti di Jensen, Curtice ha aggiunto poi cinque vertebre del collo, una vertebra posteriore, due vertebre della coda e la parte sinistra del pube, elementi che gli hanno consentito di rivedere le stime di altezza e lunghezza del Supersaurus e di riconoscere delle affinità con altre specie.
Aspettando conferme
Vissuto nel Giurassico, Supersaurus è un sauropode della famiglia dei diplodocidi, dinosauri erbivori di grandissime dimensioni, con collo e coda lunghi. Sulla base delle sue scoperte, Curtice ritiene che Supersaurus avesse un collo di oltre 16 metri e una coda di circa 17 metri. Complessivamente, dunque, avrebbe raggiunto 39 metri di altezza e 42 metri di lunghezza. “Più di tre scuolabus gialli dal naso alla punta della coda – ha commentato Curtice -. Una lunghezza pazzesca”.
Le conclusioni di Curtice non sono ancora state sottoposte a revisione paritaria. La comunità scientifica è oltretutto in attesa di dati provenienti da ritrovamenti di altri esemplari identificati come Supersaurus (soprannominati Jimbo e Golia) avvenuti in Wyoming. Informazioni che potrebbero aiutare a far luce di questo gigante del passato e a convalidare (oppure no) le ipotesi di Curtice.
Source link
www.wired.it
2021-11-16 13:00:00