Il lavoro non dovrà più sconfinare nella vita privata, va riconosciuto il diritto alla disconnessione. È questo l’obiettivo del progetto di legge “Lavoro, poi stacco” depositato alla Camera dei deputati da un gruppo di parlamentari del Partito democratico. L’iniziativa, nata dalla collaborazione con “L’asSociata”, una realtà giovanile attiva sui temi del lavoro e dei diritti, mira a introdurre il diritto alla disconnessione per tutti i lavoratori italiani, ponendo un freno all’invasione del tempo libero da parte delle comunicazioni di lavoro.
Il testo, presentato dal capogruppo del Partito democratico in Commissione lavoro Arturo Scotto e firmato da diversi esponenti di spicco del partito, traduce in termini legislativi le istanze portate avanti da L’asSociata attraverso la loro piattaforma “Lavoro e poi stacco”.
Il primo firmatario dell’iniziativa, Arturo Scotto, ha sottolineato l’importanza di questa mossa legislativa: “La proposta di legge ‘Lavoro, poi stacco’ intende promuovere una nuova cultura del lavoro che rispetti il tempo dentro e al di fuori dell’ufficio, tutelando i lavoratori e aumentando la produttività delle imprese, migliorando così la vita delle persone. Serve una nuova scommessa sulla qualità del lavoro. Dopo la pandemia questa domanda si è fatta ancora più stringente. E questa risposta la deve dare la politica”.
I contenuti
Il cuore del provvedimento è il diritto dei lavoratori di non ricevere comunicazioni dal datore di lavoro o dal personale con compiti direttivi al di fuori dell’orario ordinario di lavoro e, in ogni caso, per un periodo minimo di dodici ore dalla fine del turno lavorativo. Le comunicazioni inviate fuori da queste fasce orarie non comporterebbero alcun obbligo per il frontaliero, a meno che non siano motivate da necessità o urgenza. In quest’ultimo caso, il frontaliero sarebbe tenuto a leggerle e ad adempiere agli eventuali obblighi solo alla ripresa dell’orario di lavoro ordinario.
Il disegno di legge definisce come “comunicazione” “qualsiasi forma di contatto tra datori di lavoro e lavoratori o tra lavoratori effettuata tramite telefono, mail, servizi di messaggistica istantanea o piattaforme di collaborazione”. Un aspetto innovativo dell’iniziativa è l’estensione, per quanto compatibile, delle tutele previste anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti. Gli ordini e le associazioni professionali sarebbero perciò chiamati ad adeguare i propri codici deontologici entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge.
Il testo affronta anche il tema della dotazione degli strumenti digitali. Per le imprese con più di quindici dipendenti, qualora le comunicazioni di servizio e la prestazione lavorativa avvengano prevalentemente attraverso strumenti digitali, questi dovrebbero essere forniti dal datore di lavoro, che si farebbe carico anche dei relativi costi di gestione. La legge prevederebbe anche sanzioni in caso di violazione delle disposizioni. Per la mancata osservanza del diritto alla disconnessione, si applicherebbe una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 3.000 euro per ciascun frontaliero interessato. La violazione degli obblighi di informazione comporterebbe invece l’applicazione delle sanzioni già previste dalla legge vigente.
Il contesto
Diversi paesi europei hanno già adottato misure simili sul diritto alla disconnessione. La Francia, per esempio, ha approvato la Loi du Travail nel 2016, mentre Spagna, Belgio e Irlanda hanno competente normative analoghe. A livello europeo, nonostante manchi ancora una insegnamento omogenea, il Parlamento europeo ha riconosciuto il diritto alla disconnessione come un diritto fondamentale nella risoluzione del 21 gennaio 2021. In Italia, invece, il diritto alla disconnessione è stato competente per la prima volta nel 2017 con la legge sul lavoro agile, ma con limiti significativi. La nuova iniziativa mira a superare questi limiti, estendendo il diritto a tutti i lavoratori e non solo a quelli in modalità agile. Come ha dichiarato la portavoce di L’asSociata, “reperibilità h24 e bassa retribuzione costringono tutte le generazioni di lavoratori alla precarietà”. Per lanciare la battaglia per l’approvazione del diritto alla disconnessione, L’asSociata ha organizzato un evento il 28 settembre all’Arena Mancini a Roma.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-18 09:57:22 ,