Ventiquattr’ore dopo la nota di Forza Italia, nella quale si denunciavano «le distanze incolmabili» con il candidato civico Catello Maresca, l’ex pm antimafia che punta a diventare sindaco di Napoli, non nasconde la delusione per la scelta «improvvisa e inspiegabile» dei potenziali alleati che, nel frattempo, hanno avviato il dialogo con Sergio Rastrelli, gradito a FdI. Ma alla delusione si accompagna la speranza di una ricomposizione.
Maresca, si aspettava un annuncio tanto perentorio?
«Sinceramente no, pensavo di essere stato molto chiaro. Ho sempre detto che il mio progetto civico parte dai contenuti. Non ho mai negato il ruolo fondamentale riconosciuto ai partiti dalla Costituzione. Anzi, li ho invitati a riappropriarsi di quel ruolo nel momento in cui la sinistra ripropone un modello fallimentare».
Cosa l’ha delusa di più?
«Il cambio di opzione, l’improvviso rifiuto del metodo del confronto sui temi concreti che avrebbe portato naturalmente alla convergenza».
Vuole dire che prima dello strappo di FdI e FI non c’è mai stato un confronto di merito?
«Mai seduti intorno a un tavolo per parlare di programmi. Lo sto chiedendo da tempo. Il mio gruppo di lavoro è già pronto sui temi fondamentali. Ho sempre ribadito di essere un candidato civico, ma con una chiara opzione ideologica di centrodestra: apertura alle imprese private, sicurezza, ordine pubblico, rispetto delle regole. Ma ho a cuore anche temi cari alla destra sociale come la proposta di un nuovo modello di servizi. Non so di quali distanze incolmabili si parli. Se poi la questione riguarda solo i simboli, proprio non la capisco».
Ha scritto ieri sul blog che «la corazzata della sinistra di potere è già al lavoro per bloccare ogni tentativo di cambiare». Ma si può sconfiggere una corazzata solo con le liste civiche?
«Sì, altrimenti non sarei qui. La sinistra segue un modello calato dall’alto. Noi immaginiamo un modello condiviso».
Ha detto ieri che alla fine della campagna di ascolto trarrà le conclusioni. Vuole dire che potrebbe rinunciare alla candidatura?
«Per ora non lo ipotizzo perché la campagna di ascolto va bene. E ho già tanti gruppi civici pronti a sostenermi. Chiaro che punto a una convergenza complessiva: in tal caso il problema non si porrebbe. Ma se lo sforzo inclusivo non trovasse riscontro, e mi ritrovassi, mio malgrado, a essere percepito come divisivo, dovrei riflettere».
29 giugno 2021 (modifica il 29 giugno 2021 | 21:35)
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