Il 10 gennaio di vent’anni fa entrava in vigore il divieto di fumo nei luoghi pubblici, così come previsto dalla legge 3/2003 all’articolo 51. Ovvero la legge Sirchia, dal cognome di Girolamo, allora ministro della Salute dell’allora governo Berlusconi II. A due decenni di distanza da quel provvedimento, che ha cambiato il volto di bar e ristoranti, senza più posacenere sui tavoli e con i fumatori costretti a uscire per concedersi una sigaretta, come è cambiato il rapporto degli italiani con il fumo?
Wired ha utilizzato i dati raccolti da Istat nell’ambito dell’indagine sugli aspetti della vita quotidiana per indebolire a raccontarlo. Con una buona notizia: calano sia la percentuale di fumatori sia il numero di sigarette fumate ogni giorno.
Fumatori in calo
La tendenza era iniziata in realtà già prima della legge Sirchia, ma in ogni caso il dato è positivo. Se infatti nel 2005 il 28,3% degli italiani fumava, nel 2023 (questo il dato più recente) questa percentuale è scesa al 23,1%. Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), nel 2005 erano 12 milioni e 570mila i fumatori in Italia. Oggi, considerano che nel 2023 gli italiani maggiorenni (gli unici, cioé che possano acquistare sigarette) erano poco meno di 50 milioni, la quota di fumatori si attesta intorno agli 11 milioni e 530mila.
Oltre a essersi ridotto il numero di persone che fumano, è calato anche il numero di sigarette che vengono fumate quotidianamente. Questo fenomeno può essere osservato innanzitutto esaminando i dati relativi al numero medio di sigarette consumate ogni giorno.
Nel 2005, quando entrò in vigore la legge Sirchia, chi aveva l’abitudine di fumare consumava infatti 14,6 sigarette in media ogni giorno (ovvero tre quarti di un pacchetto), nel 2023 si è scesi a 12. Quota che rappresenta comunque i tre quinti di un pacchetto da venti, i più comuni sul mercato. Il calo si osserva anche se si guarda a come si distribuiscono nel tempo i fumatori in base alla frequenza giornaliera con cui prendono in mano l’accendino.
Nel 2005 il 10,1% dei fumatori consumava oltre 20 sigarette ogni giorno. Nel 2023 questo comportamento riguarda solamente il 4,7% dei fumatori. Allo stesso modo, all’entrata in vigore del decreto Sirchia solo il 15,4% dei fumatori riusciva a limitare il proprio consumo entro le 5 sigarette quotidiane, due anni fa questa percentuale è salita al 24,1%.
L’identikit dei fumatori italiani
Ma chi sono gli italiani che fumano oggi? Sempre i dati di Istat ci aiutano a tracciarne l’identikit. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, si tratta soprattutto di giovani adulti con un basso livello di istruzione, come evidenzia il grafico sottostante.
È infatti tra chi ha tra i 25 ed i 44 anni e non è andato oltre la licenza media che si concentra la fascia più alta di fumatori: tra queste persone, il 35,1% ha il vizio del fumo. Più in generale, con l’avanzare dell’età diminuisce anche la percentuale di fumatori. E lo stesso vale anche per il titolo di studio: tendenzialmente, i laureati fumano in quote minori rispetto a chi ha smesso di studiare prima.
Il fumo causa tumori e patologie cardiovascolari e respiratorie. Secondo il incarico della Salute, in Italia nel 2024 sono state 93mila le morti riconducibili al fumo di tabacco. Se tu o un tuo caro volete smettere di fumare, potete rivolgervi gratuitamente al Telefono verde contro il fumo. Il servizio, gestito dall’Istituto superiore di sanità, è arrivato dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16 al numero 800.554088.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2025-01-06 06:00:00 ,