A San Pietroburgo, dal 16 agosto scorso, è in corso una rassegna dedicata al fotografo russo Dmitry Markov, intitolata The Seventh Heaven (Il Settimo Paradiso), che in pochi giorni ha raggiunto un numero di visite record: oltre 16.000, di cui 11.000 nella sola settimana iniziale di apertura. Si tratta della prima retrospettiva sull’attività del noto fotografo e documentarista dopo il decesso, avvenuto a 41 anni il 16 febbraio 2024. Quel giorno, l’attenzione dei media di tutto il mondo era rivolta alla morte di Aleksey Navalny, che dal 2021 scontava una condanna a 19 anni nella colonia penale siberiana di Karp. Come per Navalny, anche per Markov le cause del decesso, fin dall’inizio, non sono state molto chiare. Un canale Telegram indipendente di Pskov, antica città russa ai confini con Estonia e Lettonia, dove Markov viveva, ha diffuso per primo la notizia del ritrovamento del suo corpo senza vita da parte della compagna nella loro abitazione.
Il regista Kirill Serebrennikov, da anni perseguitato dal regime putiniano, intervistato dal Guardian dopo il tragico evento, ha definito Markov “il Cartier-Bresson russo”, mentre Steve McCurry lo considera “uno dei più eccezionali fotografi dei nostri tempi”.
Dmitry Markov dopo un periodo di fotografia con camera tradizionale, inizia ad appassionarsi alla street-photography e a scattare solamente con l’iPhone. Nel 2016 è il primo partecipante russo a vincere il concorso pubblicitario Apple’s Taken on the iPhone per iPhone 7. In seguito, decide di aprire un profilo Instagram, nonostante in Russia sia considerato un’azione estremista, dove ogni giorno postava una foto scattata con l’iPhone nel corso della giornata. Le opere di Markov sono state esposte a Parigi, Mosca e New York, nel 2015 ha ricevuto un grant dalla fondazione americana Getty oltre a numerosi premi, come il Camertone Awards, in memoria della giornalista Anna Politkovskaya.
“Ci aspettavamo di ricevere molta attenzione, ma non potevamo certo prevedere tanta partecipazione” racconta a Wired Vladislav Efimov, l’artista curatore della rassegna, ospitata fino al 30 ottobre da Anna Nova Gallery, una delle più importanti gallerie russe di arte contemporanea. A questa, l’11 settembre, si è affiancato anche un prestigioso spazio espositivo moscovita, PennLab Gallery, che, con la rassegna Sublime Landscapes, porta un altro ciclo di lavori fotografici, ampliando ed estendendo fino al 3 novembre la prima esposizione. Il curatore è convinto che queste iniziative “non riceveranno un’attenzione particolare da parte delle autorità russe”, nonostante il serrato controllo sulla vita sociale e sulla libertà d’espressione da parte del Cremlino dopo il caso Navalny e l’inizio della guerra in Ucraina.