Come tutti i sopravvissuti a malattie mortali, Max è uscito dalla terapia intensiva pieno di buoni propositi: dall’essere una persona migliore, al godersi la vita. Come pochi sopravvissuti invece, ha tenuto fede ai voti, decidendo di vivere in un perenne stato di lavoro-vacanza. Quello che non sapeva, è che le gigantesche navi da crociera ospitano divertimento, sesso, alcol, cibo e divertimento ma anche, non di rado, incidenti gravi, anche fatali. La triste verità gli verrà quasi immediatamente comunicata, proprio mentre si lascia sedurre dal lusso della sua enorme cabina, da Tristan (Sean Teale), infermiere dongiovanni un po’ pettegolo e invidioso. Assieme ad Avery (Philippa Soo), infermiera avvenente che sogna di diventare medico, i tre formano il team medico di bordo della Odyssey, immenso veliero pilotato dal capitano, paterno e bonario, Robert Massey (Don Johnson).
A prima vista, Doctor Odyssey si presenta come la tipica soap medica dove medici e infermieri si scambiano effusioni e amanti davanti al paziente comatoso, circondati da gossip, malignità, gelosie e rivalità. Curiosamente, questi ultimi nella serie si estinguono quasi subito, lasciando il posto a un’atmosfera solidale e a un’amicizia sincera e senza bassezze tra i tre colleghi. Gli stessi che formano un triangolo amoroso in continua evoluzione, geometricamente in espansione verso forme con un numero sempre maggiore di lati. Al netto del numero ragguardevole di moribondi e morti che infestano la serie, Doctor Odyssey mantiene costantemente toni leggeri, anche quando parla di rapporti tossici, di disturbi mentali, di immigrazione clandestina, di malattie veneree, di dipendenze, di lutti e tragedie assortite. Un espediente brillante trasforma il “case of the week” nel… “party a tema della settimana”. Ciascun episodio, infatti, è ambientato in un arco di giorni che la crociera dedica alle occasione più diverse: la settimana dei single, quella di Halloween, quella della chirurgia plastica e così via.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-11-28 15:00:00 ,