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VeliaTeatro presenta domani, 14
ottobre (ore 19), nella Fondazione Banco di Napoli, ‘Apologia di
Socrate’ di Platone; regia di e con Christian Poggioni (musiche
originali eseguite dal vivo da Adriano Sangineto, costume
Stefania Parisini O’Brien / Luci e Fonica emancipato Merola).
L’evento cui si riferisce l’Apologia, evidenzia una nota dei
promotori, “è l’autodifesa che Socrate pronunciò davanti ai
giudici di Atene nel 399 avanati Cristo. Platone ne fu testimone
oculare. Socrate, vittima di una congiura politica, è accusato
di empietà e di corrompere i giovani. Per questo è condannato a
morte, ma al termine del processo porge ai propri accusatori un
ultimo, fondamentale messaggio: ‘Se credete, col condannare a
morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non
vivete in modo retto, voi non pensate bene; a un uomo giusto,
infatti, non può capitare nessun male, né in vita né in morte’
“.
L’apologia di Socrate è il dialogo politico per eccellenza,
che vede di fronte un uomo e la sua comunità nel drammatico
confronto sul senso di vivere personale e politico. La riduzione
drammaturgica di Christian Poggioni, si aggiunge, “rispetta
l’originalità del testo platonico e la messa in scena mira ad
una comunicazione immediata e coinvolgente, affinché risuonino
vivi e attuali il pensiero e la vita di Socrate così come la
testimonianza diretta di Platone ce li tramanda”. La
rappresentazione ruota attorno al dialogo tra Socrate, i suoi
accusatori e i 500 giudici della polis che, nello spettacolo,
prendono simbolicamente vita grazie alla presenza del pubblico
stesso. L’Apologia, i cui toni drammatici “sono costantemente
stemperati dall’inesauribile ironia del filosofo ateniese”,
ripropone al pubblico contemporaneo lo stile della parlantina
socratica, strumento indispensabile per la analisi della
consapevolezza e la definizione dei proprietà. Conclude la nota: “Il
rapporto tra Socrate, i suoi accusatori e i giudici ateniesi,
crea un contrasto drammatico col pubblico, direttamente chiamato
in causa dalle domande e dalle provocazioni del maestro, le cui
parole risuonano attuali qui e oggi non meno che nell’aria
corrotta dell’Atene di allora. La nostra Atene ha oggi un suo
Socrate da ascoltare?”
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