Leader repubblicani a fianco di Trump
Al suo fianco una parte importante della leadership repubblicana, a conferma della sua continua anche se forse scomoda influenza sul partito: lo Speaker della Camera Kevin McCarthy ha accusato Bragg di abuso di potere, di “un’ingiustizia che non sarà mai accettata dagli americani”, e promesso indagini parlamentari contro di lui. Simili le reazioni sopra le righe di altri esponenti dei vertici conservatori della Camera, che hanno definito il caso una “farsa” e il procuratore Bragg un “socialista corrotto”.
La strana dichiarazione di DeSantis
Il rivale in pectore per la nomination nel 2024, il governatore della Florida Ron DeSantis si è però limitato a dichiarare in prima battuta che “la Florida (dove Trump risiede, Ndr) non coopererà con una richiesta di estradizione date le discutibili circostanze”. Un’estradizione che non dovrebbe comunque essere necessaria, visto che Trump ha finora sempre indicato di volersi recare a Manhattan per eventuale arresto e processo. DeSantis ha difeso senza troppa passione Trump anche in passato, in un segno di possibile concorrenza interna tra i repubblicani e dubbi sulla figura di Trump.
Il caso e i reati
Il caso che ha portato all’incriminazione è legato a pagamenti illeciti all’attrice pornografica “Stormy” Daniels, per comprare il suo silenzio alla vigilia delle elezioni del 2016 su una relazione extra coniugale. I pagamenti furono effettuati dall’avvocato personale di Trump, Michael Cohen, divenuto poi teste d’accusa. I versamenti segreti, circa 130.000 dollari, avrebbero violato le leggi sul finanziamento delle campagne elettorali. Cohen ha testimoniato che Trump ha ordinato i pagamenti e che lui e la sua Trump Organization hanno poi insabbiato il tutto, falsificando documentazione finanziaria. I reati potrebbero riguardare sia truffa elettorale che le falsificazioni. In dettaglio, tre procuratori che hanno gestito direttemente l’inchiesta sotto la guida di Bragg si sono presentati davanti al Gran Giurì riunito nel pomeriggio di giovedi’ verso le 2 ora americana, dove in aula è stato ascoltata una ulteriore testimonianza; hanno poi messo al voto del Gran Giurì la richiesta di approvare le incriminazioni. Tre ore dopo sono usciti e hanno depositato le accuse formali presso l’ufficio della corte.
Chi è Stormy Daniels
Dagli abusi subiti da bambina al ’palcoscenico’ mondiale. Stormy Daniels, il nome in arte di Stephanie Clifford, non ha probabilmente mai immaginato neanche da lontano che un giorno sarebbe divenuta un volto noto per milioni di persone e la donna in grado di far cadere Donald Trump, rendendolo il primo ex presidente incriminato della storia americana. Nata a Baton Rouge, in Louisiana, Clifford è cresciuta in una diroccata abitazione di campagna. La sua – ha raccontato nel libro ’Full Disclosure’ – è stata un’infanzia di povertà e abusi fin da quando aveva solo nove anni. Mentre frequentava il liceo era già una spogliarellista, muovendo così i primi passi in quell’industria del porno che ha scalato fino al vetta ricevendo premi come regista, scrittrice e star. Proprio nel suo ruolo di pornostar Clifford ha incontrato nel 2006 Donald Trump, che allora era da poco sposato con Melania ed era da poco divenuto papà di Barron. Trump era un gigante del settore immobiliare e una star del piccolo schermo con The Apprentice.
La scintilla della passione fra i due è scoccata subito: l’allora sessantenne Trump notò la giovane bionda dirompente con occhiali da sole Chanel e la invitò prima a cena e poi nella sua camera. La loro relazione era così ufficialmente iniziata: i due si incontrano diverse altre volte, Trump le telefonò da un numero privato in diverse occasione chiamandola ’Honeybunch’ e le promise ripetutamente di farla apparire su ’The Apprentice’. Dopo mesi Clifford non gli ha più risposto. Nel 2016, dopo la candidatura di Trump, la pornostar ha cercato di vendere la storia della sua relazione con il papabile presidente ai media e ai tabloid, inizialmente senza alcun successo. Poi però la pubblicazione dei fuori onda di ’Access Hollywood’, in cui Trump descriveva con un linguaggio volgare la sua visione del sesso e come toccava le donne, rese la storia di Stormy Daniels ben più attraente. Fu allora che l’ex legale e fixer di Trump, Michael Cohen, propose a Stormy Daniels 130.000 dollari in cambio del suo silenzio, e la donna accettò firmando l’accordo sul set del suo ultimo film da pornostar. Un pagamento sul quale ora Trump è stato incriminato dal Gran Giurì di New York.