di Paolo Armelli
Don’t Be Afraid parla proprio di come i genitori possano affrontare la paura e le preoccupazioni della pandemia e sebbene duri solo 3 minuti ha richiesto parecchie risorse di tempo ma anche di energie mentali: “Ci ho messo 21 mesi per finirlo, riscrivendo la sceneggiatura tre volte, perché la storia e soprattutto il tono sono dovuti cambiare tanto quanto si è evoluta la situazione internazionale”, spiega Gasta: “E nello stesso modo, a livello visivo, ho dovuto correggere il tiro molte volte, realizzando animazioni e scene da solo, aiutato sporadicamente da un amico”.
Un lavoro solitario, come lo sono stati molti nati nel periodo pandemico, ma che si è avvalso comunque di parecchie professionalità a supporto: la sceneggiatura e il voice over sono di Sophie Lewis mentre le illustrazioni dei personaggi sono a cura dell’artista Pierre Buttin; Nicola Destefanis si è occupato invece del modelling 3d dei personaggi e delle animazioni mentre Rebecca Smith del sound design con le musiche composte da Marcus Grimm.
In qualche modo realizzare questo breve film è stato anche un progetto familiare, una delle tante idee che in quarantena si mettevano a punto per far passare il tempo a tutta la famiglia: “I nostri figli che hanno offerto le loro voci, i nostri partner che hanno offerto abilità nel suono e nel design e tutti hanno vissuto con noi ossessionati da questa cosa per troppo tempo”, confidano Gasta e il suo team.
“Non volevamo che il film respingesse o sminuisse i pericoli della pandemia o dell’ansia, mentre allo stesso tempo volevamo trovare una soluzione al suo interno. Speranza anche”, raccontano infine: “Da adulti trascorriamo molto tempo a voler proteggere i nostri figli, ma per natura i bambini nascono con menti meravigliosamente adattive e aperte. In questa storia sono i bambini stessi a offrire la soluzione più saggia: alla fine l’amore stesso è l’emozione più potente e duratura di tutte”.
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www.wired.it
2021-12-21 15:49:00