Quanto manca allora alla macchina del tempo?
“[ride ndr] Una cosa te la posso dire, non riguardo la macchina del tempo, ma stiamo andando verso l’intrattenimento basato sulla simulazione, intrattenimento intelligente perché alimentato da intelligenza artificiale. Fino a oggi abbiamo ricreato attori in digitale e li abbiamo riempiti con la performance di quelli veri o li abbiamo fatti muovere sempre digitalmente, erano degli involucri vuoti, ma se puoi animarli con una intelligenza artificiale puoi anche cominciare a mettere qualcosa in quel guscio”.
È quello a cui stai lavorando ora?
“Sì un cervello artificiale diciamo, con modelli di linguaggio molto grandi, un profilo umano molto profondo di quello che un certo personaggio crede di essere. Una vita, dei ricordi, una conoscenza di base, relazioni e un certo senso di comprensione del mondo. Se lo mettiamo in un essere umano virtuale e quell’essere umano virtuale in un mondo simulato, beh allora comincia a essere qualcosa di interessante con cui giocare”.
Come immagini il risultato finale?
“Qualcosa di simile ma più avanzato di The Matrix Awakens [videogioco/simulazione dimostrativa realizzata con Unreal Engine 5 in occasione dell’uscita del film The Matrix Resurrections ndr]. Quello è stato un primo passo nella creazione di mondi immersivi, cioè mondi in cui giocare che sono verosimili quanto le immagini del cinema e quindi del mondo reale. È stato un passo avanti proprio concettuale, non un film su un mondo simulato, come era The Matrix, ma creare un mondo simulato in cui ambientare un film”.
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di Gabriele Niola www.wired.it 2023-10-25 11:00:00 ,