«Misure urgenti, quelle strutturali in manovra»
«Quello che si può fare nel decreto alla fine di luglio è molto urgente e ha poco di strutturale, la parte strutturale avviene nella legge di bilancio. Siamo consapevoli di questa urgenza, non tanto per anticipare le azioni di un governo futuro, non sarebbe nelle azioni costituzionali di questo governo, ma semplicemente perché va fatto: gli italiani le vogliono, l’economia e la giustizia sociale hanno bisogno che si facciano» ha spiegato Draghi.
Intervento sul cuneo fiscale
Il governo intende intervenire sul «cuneo fiscale per i lavoratori a partire dai salari più bassi: intendiamo intervenire in maniera decisa grazie agli spazi nella finanza pubblica» ha annunciato il premier. «Non vogliamo però che aumentino i tassi di interesse» ha aggiunto.
«Dobbiamo intervenire per favorire l’occupazione» per lottare contro le «diseguaglianze che si aggravano gravemente e difendere salari e pensioni e per fare questo occorre essere insieme: serve il coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali» ha aggiunto Draghi.
Verso salario minimo ma contratti collettivi pilastro
«La contrattazione collettiva – ha aggiunto – è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 o 9 anni» spiegando che «oggi a livello europeo è stata approvata la direttiva sul salario minimo e il governo intende muoversi in questa direzione».
Il confronto con i sindacati
«Nella riunione di oggi – ha riferito Draghi – abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro: prevediamo incontri su una serie di temi, l’energia prima di tutto, la trasformazione di settori produttivi importanti, come automotive e acciaio, poi il Pnrr, su cui esiste un tavolo permanente ma si vuole renderlo più attivo e importante, e poi la legge di bilancio. Ma anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi negli ultimi giorni».