Drew Barrymore ha debuttato giovanissima nel mondo dello spettacolo: tutti la ricordano come la bambina del film E.T.: L’Extraterrestre di Steven Spielberg, uscito nel 1975 quando lei aveva appena 7 anni. Il destino delle star bambine, però, non è spesso molto lineare: dopo una giovinezza segnata da abuso di alcol e di sostanze, oltre che da una pervasività molto insistente da parte dei media e del gossip, Barrymore è però riuscita a ritagliarsi una carriera di grandi successi, partecipando in film come Charlie’s Angels, Mai stata baciata, 50 volte il primo bacio oltre che, più di recente, nella serie Netflix Santa Clarita Diet. Poco affine ai canoni più stringenti di Hollywood, si è sempre ritagliata il suo spazio personalissimo, parlando apertamente dei suoi alti e bassi, lottando contro gli stereotipi fisici e di genere e così via. Dal settembre 2020 ha poi debuttato con il suo talk show intitolato Drew Barrymore Show, subito impostosi per il suo stile di conduzione informale, delicato e gioviale, che ha ribadito il suo status di celebrità amatissima e molto relatable. Qualcosa, però, nelle ultime settimane si è infranto.
Tutto è iniziato quando, lo scorso 10 settembre, l’attrice, e ora produttrice e conduttrice, ha annunciato su Instagram l’intenzione di ricominciare a breve ad andare in onda con la quarta stagione del suo talk show. Peccato che questa sia una chiara violazione di quanto predisposto dalla Writers Guild of America (Wga), il sindacato degli sceneggiatori e autori televisivi americani: da quando è iniziato il loro sciopero nei confronti delle associazioni di produttori di Hollywood, infatti, nessun sceneggiatore o autore può partecipare attivamente alla realizzazione di film, serie e programmi che rientrino nei contratti stabiliti dalla Wga. Barrymore (che pure aveva rinunciato a condurre gli scorsi Mtv Movie & Tv Awards proprio in solidarietà alle proteste) sarebbe dunque ripartita senza i suoi autori, giustificando la scelta con la necessità di far lavorare anche tutte le altre manovalanze dietro alla sua trasmissione (i programmi di daytime in syndication, cioè prodotti per essere trasmessi contemporaneamente in contemporanea su diverse reti televisive in tutti gli Stati Uniti, hanno poi contratti e cicli di produzione molto stringenti, con relative penali molto ingenti su ritardi o inadempienze).
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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-09-18 09:00:00 ,