Sui cieli del mar Nero è avvenuto il primo contatto diretto tra Russia e Stati Uniti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Nella mattina del 14 marzo, due caccia russi Su-27 hanno intercettato e fatto precipitare in acque internazionali un drone da ricognizione statunitense MQ-9 Reaper, in volo nello spazio aereo internazionale. L’azione ha creato numerosi allarmismi, ma non sembra che porterà a un confronto militare diretto tra i due paesi.
Con una manovra descritta come “non sicura e professionale”, dal Comando dell’aviazione statunitense in Europa, i caccia avrebbero intercettato il Reaper al limitare del confine della Crimea occupata, cominciando prima a scaricare carburante sulla parte anteriore del velivolo, presumibilmente per bloccarne i sistemi ottici, per poi colpirne l’elica e impedirgli di continuare il volo.
Per evitare la cattura del drone, dopo che l’elica era fuori uso, le forze statunitensi hanno deciso di distruggerlo, facendolo precipitare nelle acque internazionali del mar Nero. In base al comunicato statunitense, questa particolare collisione si inserirebbe in un preciso schema di azioni pericolose intraprese dai piloti russi nel corso degli ultimi anni, durante l’interazione con velivoli statunitensi e alleati negli spazi internazionali.
Al contrario, secondo il ministero della Difesa russo, i due Su-27 non avrebbero né usato armi, né sarebbero entrati in contatto con il drone, rientrando alla base senza aver riportato danni, che avrebbe “violato i confini dello spazio aereo temporaneo stabiliti per l’operazione militare speciale”, cioè l’invasione dell’Ucraina.
Nonostante le dichiarazioni della Russia neghino qualsiasi coinvolgimento, è difficile credere che il Reaper sia caduto da solo o che l’aviazione Usa abbia deciso di sprecare senza motivo un velivolo da circa 10 milioni di dollari. Ma stando alle dichiarazioni di entrambe le parti, sembra non ci sia l’intenzione di usare questo fatto per innescare un’escalation.
Infatti, pur avendo descritto l’operazione russa come “sconsiderata e non corretta dal punto di vista ambientale e non professionale”, il Comando statunitense in Europa ha semplicemente chiesto “ai russi di comportarsi in modo professionale e sicuro”. Mentre dalla Russia non sono arrivate ulteriori dichiarazioni.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-03-15 10:49:38 ,