Ben 22mila stelle mappate in soli 12 mesi e anni dedicati all’osservazione delle macchie solari non furono sufficienti ad assicurare loro una paga decente mentre erano in vita: parliamo di due fra le prime astronome della storia, Annie Maunder e Alice Everett. Ma il loro contributo alla storia dell’astronomia (e non solo) avrà modo di essere quantomeno ricordato dalle generazioni future: la International Astronomical Union, in collaborazione con la Catalina Sky Survey e la British Astronomical Association, ha deciso di battezzare in loro onore gli asteroidi 2000EH147 e 2000EO147, imprimendo per sempre nelle stelle i nomi delle due scienziate. Vediamo chi erano questi due personaggi e quali furono i loro contributi al mondo della scienza, che, nel caso di Everett, si estesero anche alla fisica e all’ingegneria.
Annie Maunder: un occhio molto abile
Annie Scott Dill Russell, questo il suo nome da nubile, nacque nel 1868 in Irlanda. Dopo gli studi in matematica condotti presso il Girton College di Cambridge (fondato nel 1869, fu il primo nel Regno Unito a garantire un’educazione di livello universitario alle donne), Annie, incoraggiata dalla collega Alice Everett, decise di prendere servizio presso il Royal Observatory di Greenwich, anche se fu costretta ad accettare una paga che le permetteva a malapena di sopravvivere. Lei ed Everett facevano parte delle cosiddette “lady computer”, che dovevano occuparsi di analizzare le misurazioni “grezze” ottenute dall’osservatorio e trasformarle in dati effettivamente utilizzabili.
Maunder era il realtà il cognome che Annie acquisì sposando Edward Walter Maunder, allora direttore del Dipartimento solare del Royal Observatory. Il matrimonio avvenne nel 1895, e da quel momento Annie fu costretta ad abbandonare il proprio incarico presso l’osservatorio. Continuò comunque a lavorare a fianco del marito, firmando libri e articoli scientifici e concorrendo soprattutto ad alimentare la nostra attuale conoscenza sulle macchie solari. Oltre che nei calcoli, era molto abile ad acquisire immagini del Sole, e progettò lei stessa una macchina fotografica grazie alla quale ottenne le immagini di una particolare struttura detta streamer, mai osservata fino a quel momento. Ciononostante il suo lavoro rimase scarsamente conosciuto nell’ambiente accademico.
Recentemente, però, le cose sono iniziate a cambiare: nel 2016, ad esempio, la Royal Astronomical Society ha istituito un premio in suo onore (la Annie Maunder Medal for Outreach), come ringraziamento per l’impegno che mostrò nella divulgazione della conoscenza scientifica, specialmente nell’ambito dell’astronomia.
Alice Everett, fra scienza e tecnologia
Alice Everett nacque nel 1865 a Glasgow, in Scozia, ma passò la sua infanzia e la sua adolescenza in Irlanda, iscrivendosi dapprima al Queen’s College di Belfast, per poi essere ammessa, come Annie, al Girton College di Cambridge, dove anche lei si dedicò agli studi di matematica. Un anno prima di Annie, Alice divenne una “lady computer” presso il Royal Observatory, dove venne assegnata al Dipartimento astrografico e in particolare al progetto Carte du Ciel, che aveva come obiettivo quello di mappare e catalogare un enorme numero di stelle ancora sconosciute.
Sempre mantenendo questo incarico, Alice si spostò dopo qualche anno per un incarico temporaneo presso l’osservatorio astrofisico di Potsdam, divenendo la prima donna in assoluto a lavorare all’interno di un osservatorio in Germania. Nel 1900 tornò a Londra, dove iniziò a dedicarsi alla ricerca nel campo dell’ottica. Nonostante i suoi successi, faticò a trovare una lavoro stabile, finché nel 1917 ottenne una posizione presso il National Physical Laboratory.
A partire dal 1925, anno del suo pensionamento, Alice iniziò ad interessarsi di ingegneria elettrica, e in particolare alle sue applicazioni nell’ambito della televisione. Nel 1927 divenne membro ideatore dell’odierna Royal Television Society.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2023-09-11 15:06:47 ,