di Viola Rita
Ad avvisarci delle due tempeste geomagnetiche in atto sono alcune autorità ufficiali, in particolare l’Agenzia federale statunitense Nooa (National oceanic and atmospheric administration), che sulla sua pagina sta monitorando l’evento. L’ente americano fornisce aggiornamenti in tempo reale sulle tempeste, sugli eventuali disturbi per la rete della comunicazione e sui danni ai satelliti. Tuttavia, non bisogna avere timore, anche perché non è la prima volta che succede , dato che si tratta di eventi di grado 1 e 2 (o meglio G1 e G2) in una scala che contempla 5 livelli, con effetti minimi.
Le cause
Già nei giorni scorsi sono state registrate tempeste geomagnetiche moderate: il fenomeno ha preso il via il 10 marzo, come chiarisce l’Agenzia statunitense, a seguito di alcune espulsioni di massa coronale, ovvero di materiale proveniente dalla corona solare. Le tempeste geomagnetiche, infatti sono causate da una forte attività solare, che emette flussi anche molto importanti di particelle cariche, dirette anche verso la Terra. In qualche caso, e soprattutto quando l’intensità delle tempeste è elevata, c’è il rischio di interferenze con i satelliti e con i segnali radio alle alte latitudini ed eventuali malfunzionamenti del sistema gps e delle telecomunicazioni, incluso internet.
Quali effetti dobbiamo aspettarci?
Nella circostanza attuale, secondo gli esperti, il rischio era di qualche leggera alterazione nei segnali radio ad alta frequenza alle alte latitudini. Gli episodi sono classificati come G2 per la giornata di lunedì 14 marzo e G1 martedì 15, nella scala che va da 1 a 5. Come si legge sulla pagina del Nooa, secondo gli ultimi dati rilevati “l’impatto del blackout radio” è classificato come “minore”, con “un’occasionale perdita del contatto radio” ad alta frequenza alle alte latitudini e segnali “degradati per brevi intervalli”. Non sono riportati altri fenomeni degni di nota. Si può inoltre seguire in tempo reale l’andamento del vento solare – dalla velocità (che intorno alle 16 del 15 marzo è di quasi 420 km al secondo) ad altre caratteristiche – su questa pagina.
Potrebbe inoltre esserci stato anche qualche cambiamento per quanto riguarda le aurore, causate sempre dall’attività solare e dall’interazione con la nostra atmosfera. Come effetto collaterale spettacolare l’aurora boreale potrebbe essere stata osservata a latitudini più basse di quelle usuali. In questo caso gli eventi ottengono un punteggio dell’indice Kp – che misura il livello di disturbo del campo magnetico dovuto al vento solare e che è associato alla luminosità e ad altre caratteristiche delle aurore – pari a 5 e 6 in una scala che va da 1 a 10.
È tutta “colpa” del Sole
Tutto inizia dal Sole, che emette dalla parte alta della sua atmosfera un flusso turbolento di particelle cariche. Questo flusso, che non è né aeriforme né liquido ma si trova in uno stato fisico particolare, detto plasma, è denominato vento solare ed ha un un suo campo magnetico “incorporato”. Proprio come il vento, si diffonde nello spazio e per esempio è alla base delle aurore polari. Quando investe l’atmosfera terrestre, infatti, interagisce con il campo magnetico della Terra.
Il nostro campo magnetico deve essere pensato come un grande scudo che ci difende dai raggi cosmici e da altre radiazioni. Quando il vento solare è molto forte, può causare tempeste geomagnetiche, che invadono il campo terrestre e possono causarne delle perturbazioni più o meno rilevanti.
Le tempeste più intense sono associate al fenomeno di espulsione di massa coronale, come anche in questo caso. Il materiale emesso, che può raggiungere una massa anche di miliardi di tonnellate, arriva sulla Terra solitamente dopo alcuni giorni, ma in qualche circostanza può impiegare anche soltanto in 18 ore. Le alterazioni sono maggiori alle alte latitudini dato che le particelle provenienti dal Sole, che entrano in atmosfera, seguono le linee del campo magnetico terrestre. Queste linee sono tali da orientare e guidare il loro moto verso i poli, dove la protezione del campo terrestre è minore e l’impatto dell’evento è maggiore.
Source link
www.wired.it
2022-03-15 15:28:40