“Duecento euro al mese per pagare la baby sitter”, la proposta Pd per le donne lavoratrici

“Duecento euro al mese per pagare la baby sitter”, la proposta Pd per le donne lavoratrici

“Duecento euro al mese per pagare la baby sitter”, la proposta Pd per le donne lavoratrici



Il Gruppo parlamentare del Partito Democratico ha presentato alla Camera la proposta di legge promossa dalla capogruppo democratica nella commissione bicamerale per l’infanzia, Michela Di Biase, per favorire il ricorso ai servizi di babysitting e i servizi integrativi per l’infanzia.

“La proposta di legge – ha spiegato la capogruppo dem Chiara Braga – è stata sottoscritta e condivisa da molte colleghe e colleghi del gruppo Pd. Oggi una donna su quattro non lavora, o lavora troppo poco perché costretta a part time per motivi di cura. Una madre su cinque lascia il lavoro dopo la maternità. Il 40% delle donne lavoratrici non ha chiesto la misura del bonus mamme, per scarsa informazione o sovrapposizione con altre misure. Una misura che noi abbiamo criticato fin dall’inizio. Con questa proposta pensiamo di portare avanti un contributo strutturale per le famiglie, per i bambini di eta compresa tra i 3 e i 12 anni”.

Il contributo, ha spiegato la prima firmataria della pdl, Michela Di Biase, riguarderebbe circa 400mila bambini appartenenti a famiglie con entrambi i genitori lavoratori o mono genitoriali, con un reddito Isee fino a 25mila euro. Il costo stimato è di un miliardo, par dare un contributo fino a 2.400 euro annui, corrispondenti a 20 ore mensili di babysitting. “Sulle coperture – ha spiegato il capogruppo democratico in commissione lavoro di Montecitorio, Arturo Scotto – siamo fiduciosi. La vicenda delle coperture è il metodo surrettizio di questo governo per non affrontare nel merito le nostre proposte”.

“Tutti sappiamo – ha sottolineato Di Biase – qual è lo stato dell’arte del lavoro femminile in Italia, quali siano le difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia. La proposta riguarda i bambini tra i 3 e i 12 anni, perché da 0 a 3 anni c’è già il bonus asilo nido. Questa è una proposta che dà una risposta semplice a un bisogno generalizzato. Sarebbe una misura in più rispetto al congedo parentale, abbiamo inserito un limite di spesa e bisognerà necessariamente procedere con il click day per l’erogazione della somma”.

“La misura è strutturale e noi sfidiamo la maggioranza a ragionare su questo, perché misure spot non servono a nulla”, continua Scotto. “Bisogna ragionare su due terreni: il lavoro delle donne e il grande tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Un tema esploso soprattutto all’indomani della pandemia. Questa proposta interviene su questo terreno. E il secondo tema è l’elemento di giustizia che introduciamo, per il lavoro che arriva a un reddito fino a 25mila euro l’anno. Quando parliamo di salario minimo parliamo di tre milioni e mezzo di persone, ma qui parliamo di sei milioni di persone che pur lavorando sono alle soglie della povertà, sotto 11mila euro lordi, fiaccati soprattutto dal part time involontario”.

Conclude Scotto: “Infine, questa misura vincola all’assunzione di chi offre servizi di babysitting, e quindi a un regolare contratto, in un settore in cui c’è molto lavoro nero. Questa proposta può far emergere chiaramente la volontà di andare nella direzione di un principio di libertà e giustizia. Chiediamo la calendarizzazione immediata, siamo pronti a discutere e a costruire mediazioni”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-07-02 15:07:31 ,www.repubblica.it

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