Starlink prosegue la propria espansione ufficializzando Direct to Call ovvero il servizio cellulare che consente di potersi collegare con lo smartphone alla connessione fornita dai satelliti della costellazione, una soluzione perfetta soprattutto nelle zone rurali e remote e ovunque manchi la copertura terrestre. Il punto forte è quello di riuscire a funzionare con telefoni compatibili con la rete 4G (ovvero, la larghissima fetta) senza modifiche hardware, software o firmware, ma semplicemente richiedendo di piazzarsi all’aperto a cielo ben visibile. Sul piatto si otterrà traffico dati e comunicazioni voce e testuali.
Trainati da Apple che per prima tra i big brand ha sdoganato la tecnologia di comunicazione satellitare in caso di emergenza, le costellazioni in orbita bassa stanno diventando una risorsa sempre più ricercata e Starlink ha così annunciato la prossima disponibilità di Direct to Call, che partirà nel 2024 con la messaggistica istantanea per poi passare a servizi vocali, traffico dati e IoT nel 2025. Il funzionamento del sistema sfrutta la sponda dei modem eNodeB installati a bordo dei satelliti, che fungono da ripetitori in orbita, invece che a terra, per consentire la comunicazione ad alta velocità in connessione diretta come da schema qui sotto. Il risultato è una copertura pressoché globale in grado di garantire alte prestazioni anche in zone senza copertura cellulare (nei deserti, in montagna, negli oceani, in zone remote). Starlink diventa dunque a tutti gli effetti un normale partner di roaming dei vari operatori.
Non solo: qualsiasi smartphone con antenna 4G potrà comunicare con i satelliti, così da avere una massima compatibilità con ogni operatore di telecomunicazioni. Inoltre, il trasferimento dati a doppia via coi satelliti potrà utilizzare le bande di frequenza dei vari paesi che stringono gli accordi. Per il momento non ci sono ancora partner italiani, sulla pagina ufficiale è ben presente T-Mobile che per prima aveva collaborato con Starlink assieme a operatori canadesi, australiani, giapponesi e svizzeri.
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di Diego Barbera www.wired.it 2023-10-12 14:37:03 ,