Nata 74 anni fa, ha sempre tenuto riservata la sua vita privata. Dalla legalizzazione della cannabis al diritto all’aborto, le sue battaglie per i diritti si sono spostate anche all’estero, per l’abolizione delle mine anti uomo alle mutilazioni dei genitali femminili
Impossibile parlare di diritti in Italia senza citare il suo nome. Emma Bonino comincia con il diritto all’aborto
la sua carriera politica con i radicali , aveva 27 anni, una laurea alla Bocconi (la sua tesi fu su Malcolm X) e la grinta che ha attraversato indenne la sua vita di cui si sa pochissimo. Che nata a Bra, in Piemonte, 74 anni fa, sotto il segno dei Pesci, il 9 marzo. Che non si mai sposata, che ha avuto due relazioni importanti e che ha avuto in affidamento due bambine, Aurora e Rugiada. Ha cominciato con l’aborto (autodenunciandosi per provocato reato) e ha proseguito con una mai interrotta battaglia per la legalizzazione della cannabis, attraversando tutte le lotte possibili per la pace e l’abolizione della pena di morte. Da quando si trasferita da Milano ha sempre vissuto nel centro di Roma, trent’anni a Trastevere e adesso vicino Campo de’ Fiori. Per il resto buio. Il personale pubblico, il privato no, ripete lei a chiunque provi ad approfondire aspetti del suo privato. Della sua vita pubblica la lista degli eventi invece lunghissima. Difficile ricordarli tutti.
Il suo ingresso in Parlamento coincide con la prima volta in cui il Partito Radicale si presenta alle elezioni, aveva 28 anni appena, e la sua esperienza in Parlamento durer, a tempi alterni, fino ad oggi, seduta in uno scranno del Senato nel partito +Europa nato nel 2017 dalla fusione fra i Radicali Italiani e il movimento Forza Europa. Nel frattempo stata la prima radicale a diventare ministro, nel secondo governo Prodi, la delega al Commercio estero e alle Politiche Europee. Anche Enrico Letta la vuole ministro, questa volta degli Esteri mentre nel 1995 era stata indicata come Commissaria europa dal primo Governo Berlusconi, l dove sieder negli scranni del Parlamento europeo. L’anno prima era stata nominata capo delegazione del governo Italiano all’assemblea generale delle Nazioni Unite per l’iniziativa della Moratoria sulla pena di Morte. Ha incontrato il Dalai Lama, combattuto per l’abolizione delle mine anti uomo e la mutilazioni dei genitali femminili nei paesi africani. Attiva anche nella difesa del Kosovo. A New York si fatta arrestare per via della vendita di siringhe sterili. Nel 2011 l’unica italiana che il Newsweek inserisce nell’elenco delle 150 donne che muovono il mondo.
Impossibile parlare di Emma Bonino senza parlare di Marco Pannella. Amico, sodale, compagno di tante battaglie, anche sbagliate, come quella del 1978 quando parteciparono alla campagna contro l’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone fortemente sospettato di corruzione. Soltanto venti anni dopo i due scrissero una lettera di scuse a Leone. Soltanto verso la fine della vita di Pannella il loro rapporto si incrina. Anche qui: dei motivi del loro dissidio si saputo pochissimo.
Poi il tumore. Lei l’ho ha chiamato l’ospite quando, era il 2015, ha annunciato dai microfoni di Radio Radicale di avere un tumore al polmone sinistro. Da allora una potente chemio terapia ha portato alla remissione della malattia, mentre lei si abituava ad indossare sempre turbanti molto colorati. Questo per non le ha impedito di smettere di fumare. Di recente lo ha fatto anche in diretta ad un telegiornale, con la sua irrinunciabile voglia di provocazione.
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23 settembre 2022 (modifica il 23 settembre 2022 | 12:30)
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Alessandra Arachi , 2022-09-23 10:17:02 ,