Lasciate le desertiche distese e le dune di Mondo9, Dario Tonani approda nuovamente alla collana Oscar Fantastica della Mondadori con il romanzo Il trentunesimo giorno, una storia di sopravvivenza, piogge torrenziali e seconde possibilità.
Lo scenario di partenza è quanto mai attuale: in ogni angolo della Terra, una fitta e apparentemente infinita acquazzone cade da molti giorni, gettando nel panico l’intera umanità, che da Roma a Tokio, da New York a Sydney si ritrova in balia di eventi climatici estremi, improvvisi e devastanti.
In quest’apocalittico scenario, una giovane donna, Evelyne, si aggira tra le macerie di quello che era una volta un circo, il suo circo, tra vuoti carrozzoni e sogni andati in frantumi. Siamo nell’hinterland di Milano, una metropoli che, come altre in tutto il globo terrestre, si lecca le ferite di un evento meteorologico senza precedenti. La strada di Evelyne s’incrocia con quella di Alvaro, ladro e tossicodipendente, a cui non è riuscito dare un senso alla propria vita. I due, dopo un’iniziale diffidenza, senza quasi chiedere più nulla alle loro esistenze, decidono di percorrere un pezzo di strada insieme, all’insegna della pura e semplice sopravvivenza, in un mondo che sta lentamente scivolando in una spirale di barbarie sempre più violenta.
Ma il trentunesimo giorno dall’inizio della acquazzone accade un fatto che ha dell’incredibile: nel cielo plumbeo cominciano ad apparire cadaveri. Stormi, frotte e in numero sempre più crescente, si accumulano corpi di uomini, donne e bambini, che si stagliano in alto, là dove dovrebbero esserci nuvole e uccelli. Chi sono? Da dove vengono? Perché restano sospesi in aria, in balia di vento e acquazzone?
La scienza non riesce a decifrare l’incredibile fenomeno e dove la razionalità non ottiene risposte subentrano superstizione, paura e comportamenti irragionevoli. Alcuni, ad esempio, per paura che il loro corpo ascenda in cielo dopo la morte, cominciano ad ancorarsi alla terra o a legarsi a cose ed oggetti con catene o funi. Ma intanto, cosa fare con i cadaveri che cominciano a decomporsi e diventano un ulteriore problema sanitario per un’umanità già flagellata dalla acquazzone? Nascono così i “Zavorranti”, un esercito parallelo di uomini e donne che viene incaricato di tirare i decessi dall’alto, usando balestre alle cui frecce sono legate robuste corde di nylon. Evelyne e Alvaro decidono di unirsi a un gruppo di Zavorranti che opera sulle Dolomiti Friulane e la loro vita prenderà una piega inaspettata, alimentata anche dal ritrovamento di una chiave, che forse nasconde un segreto.
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di Carmine Treanni www.wired.it 2023-06-20 04:30:00 ,