ecco come Big Tech e startup vogliono combattere il deepfake | Wired Italia

Quando la scorsa settimana l’immagine di un’esplosione al Pentagono generata da un’intelligenza artificiale è diventata virale in rete, è stato subito evidente quali sono i rischi legati al deepfake. Come già affermato da Geoffrey Hinton, il “padrino dell’Ai”, la qualità sempre più convincente delle immagini generate dall’intelligenza artificiale può portare una persona media a “non essere in grado di distinguere ciò che è vero”. Una tendenza che diventerà sempre più diffusa con lo sviluppo della tecnologia, tanto da aver convinto Big tech e startup a investire sempre di più nella ricerca finalizzata alla messa a punto di strumenti utili al rilevamento del deepfake.

Tra le prime compagnie attive nel contrastare la diffusione di immagini fake generate dall’Ai un posto d’onore spetta a Microsoft che nel 2020, ancora prima di integrare l’Ai nel suo motore di ricerca Bing, ha annunciato Microsoft Video Authenticator, uno strumento in grado di analizzare foto o video generando un punteggio di affidabilità che rivela se il contenuto è stato manipolato digitalmente o meno. La tecnologia di Microsoft era incredibilmente avanzata per l’epoca, ma fatica a stare al passo con le potenzialità delle nuove Ai generative.

Ben più performante, invece, è la proposta di Intel, che sta lavorando già da un anno a FakeCatcher, una tecnologia in grado di rilevare video falsi in tempo reale, con un tasso di precisione del 96%. Un risultato incredibilmente attendibile, che questo strumento riesce a restituire individuando le variazioni del flusso sanguigno nei volti dei protagonisti dei contenuti. Inoltre, come se non bastasse, il sistema utilizza anche il rilevamento del movimento degli occhi per capire se un soggetto è reale o è generato dall’intelligenza artificiale.