Per l’Italia il 12 giugno è election day. I cittadini di circa mille Comuni, per un totale di quasi 9 milioni di persone, sono chiamati a rinnovare le amministrazioni locali e allo stesso tempo si vota in tutto il Paese per i cinque referendum sulla giustizia. In totale gli elettori, secondo i dati del Viminale, sono 51.533.195 di cui, 25.039.273 uomini e 26.493.922 donne.
Seggi aperti (solo) domenica
I seggi rimarranno aperti nella sola giornata di domenica, dalle 7 alle 23; lo spoglio partirà dai referendum, per poi passare, dalle 14 del lunedì, alle schede per le Comunali e le eventuali elezioni circoscrizionali. In particolare le Amministrative coinvolgono 4 capoluoghi di Regione (Genova, Palermo, Catanzaro e L’Aquila) e 22 capoluoghi di Provincia (Alessandria, Asti, Barletta, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Verona e Viterbo).
Il voto negli enti locali più piccoli
La platea dei candidati gareggia per conquistare uno degli oltre 12.600 posti da consigliere comunale nei 978 enti locali in ballo, una percentuale pari al 12,4% dei complessivi 7.904. Le modalità di espressione del voto cambiano in funzione della gente. Nei Comuni fino a 15mila abitanti si può tracciare un segno sul nominativo del candidato sindaco o sul contrassegno della lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco: in ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato. Viene eletto primo cittadino il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Le opzioni oltre i 15mila abitanti
Sono possibili più soluzioni nei Comuni con più di 15mila abitanti. Tracciare un solo segno sul rettangolo recante il nominativo di un candidato sindaco, senza cioè segnare alcun contrassegno di lista: in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco prescelto; tracciare un segno solo sul contrassegno di una delle liste oppure tracciare un segno sia sul nominativo del candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco: in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista collegata; esprimere un voto disgiunto, tracciando un segno sul nominativo del candidato sindaco ed un altro segno su una delle liste ad esso non collegata: in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata. Diventa sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno); qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.
Quante preferenze si possono esprimere
Nei Comuni con gente inferiore a 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza per un candidato consigliere comunale. Sopra quella soglia, non più di due preferenze per i candidati a consigliere comunale, scrivendo il cognome nelle apposite righe tratteggiate poste al di sotto del contrassegno di lista. In caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Le preferenze devono essere manifestate, esclusivamente, per candidati compresi nella lista votata.