I Repubblicani avanzano verso la riconquista della Camera: secondo una proiezione di Nbc, ai Dem andranno 214 seggi (contro i 221 attuali) mentre i repubblicani ne otterranno 221 (contro i 212 attuali), appena tre sopra il quorum di maggioranza. «Non è certamente un’onda rossa, questo è sicuro», ha ammesso il senatore Lindsey Graham, tra i più stretti alleati di Donald Trump. «Ma è chiaro che ci riprenderemo la Camera», si è consolato il leader del partito alla House Kevin McCarthy, che dovrebbe succedere a Nancy Pelosi come speaker, promettendo una stretta sugli aiuti all’Ucraina e indagini a tappeto sull’amministrazione Biden.
Il Senato invece resta in bilico anche se la vittoria di John Fetterman in Pennsylvania contro il chirurgo Mehmet Oz, il «dottor Oz» televisivo che Trump aveva imposto contro il volere del partito per difendere un seggio Gop, fa sperare ai democratici di poter conservare la parità spezzata a loro favore dal voto della vicepresidente Kamala Harris. Ora il pallottoliere indica 49 a 48 per i repubblicani ma tutto dipenderà dall’esito di tre Stati: se non basteranno Arizona e Nevada a decidere le sorti della Camera alta, bisognerà attendere il ballottaggio del 6 dicembre in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker, entrambi rimasti sotto il 50%. Resta inoltre l’incognita delle contestazioni, dopo i primi sospetti di brogli agitati da Donald Trump in Arizona, dove c’è grande attesa anche per la sua candidata a governatrice Kari Lake dopo il fiasco di Doug Mastriano nel Keystone State.
DeSantis a valanga punta al 2024, Trump lo minaccia
Trump sembra uscire indebolito dalla tornata, nonostante si sforzi di definirla una «una grande serata» e attacchi le «fake news» propagate dai democratici. Trump è riuscito a piazzare oltre 140 candidati che non hanno accettato i risultati delle presidenziali del 2020, tra cui il finanziere-scrittore Dj Vance in Ohio, ma molti di loro hanno perso in duelli chiave. Il suo entourage lo descrive «livido» e «furioso con tutti», in particolare con Oz ma anche con chi glielo ha consigliato, compresa la moglie Melania.
Il vero vincitore in ambito repubblicano è l’italo-americano Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più sbilanciato a destra. Un successo che rafforza le sue ambizioni presidenziali e con cui ha dimostrato di essere il «futuro» del partito repubblicano, come titola a tutta pagina il New York Post, il tabloid di Rupert Murdoch. E infatti il tycoon ha fatto sapere di essere pronto a rivelare «cose non belle» su DeSantis perché lo conosce «più di chiunque altro, forse più di sua moglie». «Ho appena cominciato a combattere», gli ha risposto a distanza Ron, orgoglioso di aver trasformato lo swing state della Florida nella «terra promessa» dei repubblicani.
Biden salvato dai giovani, diga contro “marea rossa”
Dopo avere contribuito a portarlo alla abitazione Bianca nel 2020, i giovani americani hanno aiutato il presidente Usa piu’ vecchio della storia a far diga contro la ’marea’ rossa’ repubblicana. Secondo un rilevamento ai seggi dell’Edison Research National Election Pool, il voto giovanile per la Camera dei Rappresentanti e’ andato ieri per il 63 % al partito di Joe Biden e per il 35 % a candidati repubblicani. Biden dovrebbe dire “grazie Generazione Z”: gli elettori tra i 18 e i 29 anni sono il solo gruppo di eta’ in cui piu’ di meta’ dei voti ha sostenuto le aspirazioni dei candidati Dem, ha commentato a cose fatte il sondaggista Antonio Arellano di NextGenAmerica, la più vasta organizzazione Usa per la mobilitazione del voto giovanile.