La scorsa settimana X Corp., la società madre di Twitter, ha intentato una causa contro quattro individui sconosciuti, accusandoli di data scraping. Un “crimine” alquanto diffuso sulla piattaforma, dove i malintenzionati usano programmi automatizzati per raccogliere dati sensibili che possono poi essere utilizzati per vari scopi, tra cui la formazione di modelli linguistici di grandi dimensioni, il targeting per la pubblicità online e molto altro ancora. Ma ora, secondo quanto riportato nella causa depositata presso il tribunale distrettuale della contea di Dallas, la società di Elon Musk chiede a quattro individui non ancoa identificati più di 1 milione di dollari di danni per “aver raschiato illegalmente i dati associati ai residenti del Texas“.
Se dal canto suo la X Corp. afferma di essere stata “in grado di accertare l’identità” degli imputati, gli avvocati della società si sono limitati a fornire quattro indirizzi IP al posto dei nomi, lasciando tutti alquanto perplessi. Al di là di questo, c’è da anche da considerare che il data scraping è riconosciuto di per sé come legale negli Stati Uniti, ma solo se si riferisce a dati accessibili al pubblico. Lo ha dichiarato una sentenza storica del 2022, che ha riaffermato chiaramente che recuperare i dati pubblici non viola il Computer Fraud and Abuse Act. Eppure, la società di Musk sembra più che convinta che i quattro abbiano violato la legge.
Quello che colpisce, in ogni caso, è che la causa depositata dalla società segue la decisione di limitare il numero di tweet giornalieri che gli utenti possono leggere al fine di ridurre i “livelli estremi di scraping dei dati” e “manipolazione del sistema” sulla piattaforma. Questo dimostrerebbe che la decisione di Twitter potrebbe non averle garantito di centrare l’obiettivo prefissato.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-14 09:04:36 ,